È morto a 77 anni, dopo una malattia, Gilberto Benetton. L’imprenditore lascia la moglie Lalla e due figlie, Barbara e Sabrina, al suo fianco nella casa di Treviso, dove si è spento dopo il recente ricovero all’ospedale della città veneta.
La sua fine cade al termine di una estate segnata da due eventi funesti. Il primo sul piano familiare, la morte a luglio
di Carlo, il più giovane dei quattro fratelli - gli altri sono Luciano e Giuliana - che hanno dato vita nel 1965 all’azienda
tessile poi trasformata negli ultimi trent'anni, sotto il cappello di Edizione, in un gruppo dai molteplici interessi. Il
secondo, il crollo del Ponte Morandi a Genova e le sue 43 vittime, con la risonanza pubblica e politica che ne è seguita, e che ha visto finire sul banco degli imputati Autostrade e, risalendo nella catena di controllo, Atlantia e la stessa holding di famiglia, Edizione, della quale Gilberto Benetton era vicepresidente.
Il tutto ha contribuito a piegare un uomo per sua natura cordiale e per carattere lontano dai giochi della politica, oggi come ai tempi delle privatizzazioni che hanno visto allargare il cappello dei Benetton sulle Autostrade così come sui ristori Autogrill, scendere in campo in uno dei passaggi della tormentata storia di Telecom al fianco di Marco Tronchetti Provera nel gruppo di tlc, entrare nel patto di Mediobanca, dove Edizione rimane azionista. Gilberto è quello, tra i quattro fratelli di Ponzano Veneto, ad aver sempre tirato le fila delle attività industriali e finanziarie, diverse da quello del marchio di abbigliamento, che anche oggi fa capo a Luciano. E’ stato fino a oggi presidente di
Autogrill, un gruppo al quale ha dato l’impulso per crescere all’estero, soprattutto nella ristorazione aeroportuale.
Qui di rado ha mancato l’appuntamento dell’assemblea dei soci, in corso di Porta Vittoria a Milano. Ma soprattutto era vicepresidente di Edizione, dove ha avuto sempre un ruolo di dominus. Ha creato la holding 30 anni fa insieme al manager più fidato, Gianni Mion, che ne è stato prima amministratore delegato e poi vicepresidente. All’uscita di scena di Mion, Gilberto ha lasciato la poltrona di presidente a Fabio Cerchiai per occupare quella di vice e ha chiamato Marco Patuano, ex a.d di Telecom, a fare l’amministratore delegato in Edizione.
Con la holding la famiglia controlla non solo la catena dei maglioncini e Autogrill, ma soprattutto Atlantia. Ed è con questa, come Autogrill quotata in Borsa, che prima dell’estate l’imprenditore trevigiano è riuscito a concludere una delle operazioni di maggior successo: l’operazione sulle autostrade spagnole di Abertis per la quale il closing è atteso a breve.
«La sua riservatezza, la sua passione per le sfide e la sua ambizione di crescita globale ci hanno accompagnato e guidato nei tanti anni di lavoro comune», lo hanno ricordato il presidente di Atlantia Cerchiai e l’a.d Giovanni Castellucci. «Se ne va un grande trevigiano, esponente di una famiglia di imprenditori che è diventata il simbolo stesso dell’imprenditoria 'made in Veneto'», ha dichiarato il presidente della Regione, Luca Zaia.
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