Sabato 23 Novembre 2024

Crescita bassa: Italia fanalino di coda di Eurolandia

Italia fanalino di coda di Eurolandia. Il pil del Belpaese cresce dell'1,2% nel 2018 e dell'1,0% nel 2019, registrando la crescita più bassa fra i paesi dell'area euro, nonostante la revisione al ribasso delle stime per Germania e Francia. E' quanto emerge dai dati del Fmi contenuti nel World Economic Outlook, in base ai quali l'Italia è terzo paese dell'area euro con il tasso di disoccupazione più alto dopo Grecia e Spagna. In generale l'economia mondiale rallenta: "E' meno bilanciata di quanto avevano sperato" e ci sono "nubi all'orizzonte". "Non solo i rischi identificati" negli ultimi mesi si sono materializzati "ma è aumentata la possibilità di ulteriori shock negativi sulle nostre previsioni". Il Fmi invita quindi i governi ad agire perchè, nonostante il rallentamento, la crescita procede. "Non ci sarà un momento migliore di quello attuare per un'azione positiva", dice il capo economista del Fmi, Maurice Obstfeld, al suo ultimo World Economic Outlook. Obstfeld ha infatti annunciato nei mesi scorsi la sua uscita dal Fmi. Il suo posto sarà preso da Gita Gopinath, la prima donna ad assumere l'incarico. La frenata è legata alle tensioni commerciali, che iniziano a essere "evidenti a livello macroeconomico" e sono alla base della prima revisione al ribasso della crescita mondiale dal 2016. Fra i rischi sull'economia mondiale ci sono poi i mercati emergenti. La crisi in Argentina si presenta peggiore delle attese, con il pil atteso contrarsi nel 2018 del 2,6% rispetto a una precedente stima di una crescita dello 0,4%. Rallenta anche il Brasile, che nel 2018 cresce dell'1,4% contro l'1,8% previsto in precedenza. E' necessario "assicurare che la crescita sia inclusiva e più importante che mai. A meno che non sia più inclusiva, gli approcci centristi e multilaterali alla politica e alle politiche saranno sempre più vulnerabili, a danno di tutti", avverte Obstfeld.

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