Dopo dieci anni, l’Istat attesta per l'occupazione il «recupero dei livelli pre-crisi». Nel secondo trimestre del 2018 si è «raggiunto e superato il numero degli occupati del secondo trimestre 2008 - afferma - e il tasso di occupazione 15-64 anni non destagionalizzato è tornato allo stesso livello (59,1% in entrambi i periodi)».
Allo stesso livello di occupati del 2008 corrisponde una maggiore presenza di dipendenti (77%; +2,8 punti), in particolare a termine (13,4%; +3,1 punti) e di lavoratori a tempo parziale (18,7%; +4,1 punti).
L’Istat fotografa «profonde trasformazioni nella composizione dell’occupazione», oltre all’invecchiamento della forza lavoro, su cui hanno inciso anche il calo della popolazione giovanile, il prolungamento dei percorsi di studio e l’aumento dell’età pensionabile.
Inoltre nel secondo trimestre 2018 le donne occupate sono oltre mezzo milione in più rispetto all’analogo periodo del 2008 (+6,3%; il relativo tasso +2,6 punti). Al contrario, gli uomini sono stati duramente colpiti dalla congiuntura negativa (circa un milione di occupati in meno tra il 2008 e il 2013), soprattutto nell’industria, e il recupero avviatosi a partire dal secondo trimestre 2014 non è stato sufficiente a colmare il gap con il 2008 (-380 mila, -2,7%; il tasso -2,7 punti).
Forti differenze si riscontrano anche a livello territoriale: nel centro-nord la ripresa è iniziata prima e ha portato al recupero delle perdite occupazionali dovute alla crisi già nel secondo trimestre 2016 mentre nel Mezzogiorno, dove il calo degli occupati ha riguardato 700 mila unità fino al 2014, il saldo rispetto al pre-crisi è ancora ampiamente negativo (-258 mila, -3,9%; il relativo tasso -1,6 punti).
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