L'Italia si conferma, anche in un'annata con alterne vicende climatiche lungo la Penisola, primo produttore di vino al mondo. Segna infatti la ripresa la vendemmia 2018, stimata di buona qualità dall'Osservatori del Vino di Ismea e Unione Italiana Vini (Uiv) e in 49 milioni di ettolitri (+15% rispetto all'annata 2017), fa tirare un respiro di sollievo alle aziende vitivinicole e ai 120mila addetti che lavorano nell'economia di Bacco. "La viticoltura italiana, in larga parte, ha saputo affrontare un andamento stagionale bizzarro, consentendo al nostro Paese di confermare anche quest'anno la propria leadership mondiale", ha sottolineato il presidente di Unione Italiana Vini, Ernesto Abbona. "Con un monitoraggio costante dei vigneti da parte stimiamo una crescita produttiva rilevante che permetterà al settore di riprendersi dopo un anno difficile''. Le previsioni di Ismea-Uiv, "un appuntamento tradizionale come il Festival di Sanremo" ha ironizzato il direttore generale di Ismea Raffaele Borriello, delinea un quadro nel complesso positivo seppur con qualche criticità, in particolare al Sud, influenzato da un'estate segnata dalla piovosità consistente che ha messo in difficoltà i produttori di alcune regioni. "L'incremento produttivo della campagna in corso consentirà di recuperare gli effetti negativi derivati dalla forte riduzione registrata nel 2017, soprattutto sul fronte delle esportazioni", ha detto Borriello. "La minore disponibilità di prodotto dell'anno passato, associata ad un aumento consistente dei prezzi, ha determinato nei primi 5 mesi del 2018 una riduzione del 10% dei volumi di vino esportati in tutto il mondo. Di rilievo il calo di prodotto italiano importato dalla Germania e dal Regno Unito e la conferma, a meno di clamorose sorprese, del sorpasso da parte della Francia nel mercato statunitense. Riteniamo che l'incremento di produzione del 2018 avrà un effetto positivo sull'export, con la prospettiva di superare la soglia dei 6 miliardi di euro a fine anno". Non a caso il presidente della Commissione Agricoltura della Camera, Filippo Gallinella, ha sottolineato che "siamo i primi produttori al mondo di vino, ora bisogna diventare buoni venditori". Ai produttori come Anselmo Guerrieri Gonzaga, marchese della Tenuta San Leonardo, che chiedono di "abbandonare l'immagine della tavola italiana con la tovaglia a scacchi per promuovere prodotti ad alta marginalità", il ministro delle Politiche agricole, alimentari, forestali e del turismo Gian Marco Centinaio ha replicato che "da decenni l'Italia non è più mandolino e trattoria, ma anzi il vino entra in competizione di alto livello. Per essere competitivi il mondo del vino in particolare chiede uno Stato pagatore, innovazione e velocità normativa. E anche il turismo aiuterà l'Italia rurale: solo a luglio i russi che dichiarano di scegliere come meta di viaggio per l'enogastronomia sono aumentati del 50%''.