Pensioni d'oro, tagli a quelle sopra i 4 mila euro e i risparmi destinati alle minime: cosa cambia
Tagliare le pensioni d'oro sopra i 4 mila euro netti produrrebbe risparmi tra gli 800 milioni di euro e il miliardo che però, al netto degli effetti sul fisco, si dimezzano, scendendo a 450-600 milioni. A fare il calcolo di quanto frutterebbe la sforbiciata è il centro studi previdenziali Tabula, guidato da Stefano Patriarca, consulente di palazzo Chigi nel precedente Governo. Per ora non si può che trattare di una stima approssimativa, molto dipenderà da come verrà fatto il ricalcolo applicando il metodo contributivo. E fondamentale sarà capire cosa si sceglierà di limare: le pensioni, ovvero i singoli assegni, o il reddito pensionistico che ricade sul singolo. In quest'ultimo caso gli interessati si aggirerebbero attorno ai 100 mila. Ma tutto sarà più chiaro tra qualche giorno. Dopo i vitalizi ora "tocca alla legge sulle pensioni d'oro", ha detto il ministro del Lavoro e dello sviluppo economico, Luigi Di Maio, precisando che il provvedimento sarà presentato "nella settimana che sta per iniziare" e che conta di "portarlo a casa" già "prima della pausa estiva". La proposta di legge dovrebbe approdare in commissione al Senato, con la scure che riguarderà gli importi non giustificati da quanto versato. Uno squilibrio causato dalla differenza nel metodo di calcolo: finora quasi tutte le pensioni liquidate sono state misurate con il sistema retributivo. Lo studio di Patriarca vede lo scarto tra il 10% e il 12% ma "con una forte variabilità" legata alle singole carriere. Ancora più determinante è il discorso sulla platea: se il taglio riguarderà le pensioni e non i redditi pensionistici, quindi i pensionati, il gettito, avverte la ricerca, si dimezzerebbe. Di certo "tutto quello che tagliamo lo mettiamo nelle pensioni minime", ha assicurato Di Maio, che con i risparmi intende finanziare la 'pensione di cittadinanza', portando a 780 le minime. Il costo di quest'operazione è tutto da fare, ma per ora le cifre che circolano indicano una spesa non inferiore ai 2 miliardi, che piuttosto potrebbe attestarsi sui 4 miliardi. D'altra parte secondo l'Istat sono quasi mezzo milione (455mila) i "ritirati" (coloro, cioè, che percepiscono una pensione da lavoro) in povertà assoluta. Ai sindacati la vicenda non convince. "È pericoloso utilizzare la leva del ricalcolo contributivo: si parte dalle cosiddette 'pensioni d'oro' e si rischia di arrivare al taglio di tutte le altre", dice la Cgil. Tanto che diventa ancora più urgente la richiesta di un incontro tra le tre sigle e il ministro.