Lunedì 23 Dicembre 2024

Imprese nel mirino del fisco, nel 2017 raddoppiati i controlli e le ispezioni

Le imprese italiane sono sempre più nel mirino del fisco: nel 2017 sono stati 1.595mila i controlli eseguiti dall'Agenzia delle Entrate e dalla Guardia di Finanza. Lo sostiene la Cgia di Mestre sottolineando che tra accertamenti analitici o parziali, controlli incrociati o eseguiti per strada, accessi in azienda, verifiche sulla corretta emissione di scontrini e ricevute o comunicazioni spedite via Pec su anomalie riscontrate negli studi di settore, in linea generale, quasi un'azienda italiana su tre è stata oggetto dell'attenzione degli 007 del fisco. Rispetto al 2016 l'attività ispettiva e di controllo è più che raddoppiata, in particolar modo a seguito dell'esplosione dell'attività di "compliance", ovvero delle comunicazioni preventive con le quali l'Amministrazione finanziaria ha chiesto agli imprenditori informazioni su presunte incongruenze emerse dall'analisi della propria posizione fiscale. I dati dell'Ufficio studi degli Artigiani fotografano solo una parte dell'attività ispettiva dello Stato nei confronti del mondo produttivo: in queste cifre non compaiono i dati relativi all'azione di controllo realizzata dall'Inps, dall'Inail e dalle Asl "che con frequenza altrettanto impressionante continua a esercitare un "pressing" del tutto ingiustificato sulle imprese". La Cgia sollecita al nuovo governo un allentamento delle ispezioni fiscali, chiedendo di concentrare maggiormente l'attenzione su coloro che sono sconosciuti al fisco, come le attività e i lavoratori autonomi completamente in nero. Oltre a ciò l'Italia, per gli artigiani, si caratterizza "per una eccessiva burocrazia che continua ad ostacolare la ripresa economica". "Non è un caso che molti operatori stranieri non investano da noi proprio per l'eccessiva ridondanza del nostro sistema burocratico, afferma il segretario della Cgia Renato Mason. In questi ultimi anni il costo della burocrazia che grava sul sistema produttivo delle Pmi ha superato, secondo gli ultimi dati elaborati della Presidenza del Consiglio dei Ministri, i 30 miliardi di euro l'anno: praticamente quasi 2 punti di Pil.

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