In Cina, su un totale di 1.050.000 ristoranti, il 10,5% propone cucina italiana. Oltralpe, in Francia, su 169.000 ristoranti monitorati, la offre il 10,7%. In India, su 400.000 ristoranti, il 13,3% ha nel menu piatti della tradizione italiana. Negli Usa spaghetti, lasagne e tortellini vanno ancor più forte, essendo presente nel 15,3% di 621.000 ristoranti.
A rilevarlo è la ricerca Deloitte su «La ristorazione italiana nel mondo», commissionata dalla Scuola internazionale di cucina italiana Alma e presentata al Centro Congressi bolognese di Fico Eataly World.
A livello mondiale, evidenzia lo studio, il volume d’affari generato dalla cucina italiana si stima pari a 209 miliardi di euro, di cui 60 miliardi in Cina e 56 miliardi negli Usa. E sul fronte interno il comparto vede crescere i posti di lavoro. In Italia, tra il 2011 e il 2016, l'occupazione nel settore della ristorazione è cresciuta dello 0,9%. Siamo cresciuti più di Giappone (+0,4%), Spagna (+0,2%) e Francia (-1%), ma meno di UK (+1,7%), Stati Uniti (+1,9%), Cina (+2,3%) e Corea del Sud (+2,8%). Il Paese che ha fatto registrare il tasso di crescita maggiore per numero di addetti è l'India: +6,9%
Nel mondo il podio per transazioni alla cassa vede nell’ordine Cina, Italia, e Stati Uniti; siamo dunque tra due giganti. In particolare, la cucina italiana (13% di quota di mercato a volume) risulta la seconda a livello globale dopo quella cinese (19% di quota di mercato), mostrando poi una penetrazione più elevata in termini di numero di transazioni in Usa (15%), Regno Unito (15%), Brasile (13%) e India (13%). Mentre la quota di mercato della ristorazione statunitense, a livello globale è del 10%, in terza posizione.
Inoltre, secondo esperti di settore, la cucina tricolore è prevista «in forte crescita». «La cucina italiana di qualità e tutte le attività di ristorazione collegate rappresentano un grande patrimonio culturale ed economico del nostro Paese, un asset che la Farnesina è impegnata a tutelare e far conoscere attraverso la sua rete diplomatico-consolare e degli Istituti Italiani di Cultura all’estero e la Settimana della Cucina Italiana nel Mondo» ha sottolineato nel suo intervento Cristiano Musillo, consigliere presso il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale.
Il mercato della ristorazione mondiale, secondo Deloitte, ha raggiunto un valore 2.210 miliardi euro nel 2016, con l’area Asia-Pacific che copre il 46% del totale ed il canale Full-Service Restaurant (ristoranti con servizio più o meno formale al tavolo) che pesa per il 52%. Di grandi chef si parla molto ma il business sembra crescere altrove: i canali distributivi in maggiore crescita sono quelli dello Street Food e Quick Service Restaurant (ristoranti di bassa/media qualità con assenza di servizio al tavolo), rispettivamente +6,1% e +5,3% nel periodo 2011-2016. Per Tommaso Nastasi di Deloitte Financial Advisory Italia «la principale sfida della ristorazione Italiana è quella di adattarsi ai nuovi trend di consumo fuori casa orientati a una cucina meno codificata, senza perdere quei caratteri distintivi del Made in Italy».
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