BERLINO. Il Fmi ritiene che per affrontare eventuali crisi, sarebbe opportuno «un fondo centralizzato di bilancio nell’eurozona», che dovrebbe essere supplementare e non sostitutivo, della capacità di bilancio dei singoli paesi membri. Lo ha detto la numero uno del Fmi Christine Lagarde, parlando a Berlino all’Istituto Diw, precisando che così si verrebbe a creare un "rainy-day fund", ossia un fondo per i tempi difficili.
L’accesso al fondo anticrisi dell’eurozona sarebbe possibile solo se si rispettano le regole. Lo ha spiegato Christine Lagarde, rispondendo a una domanda del capo del Diw, Marcel Fratzscher, sul funzionamento del fondo anticrisi dell’eurozona proposto dal Fmi. «I paesi dovrebbero essere incentivati a rispettare le regole», nel modello proposto dal Fondo, secondo la Lagarde.
«Bisogna usare questo momento di crescita per migliorare la struttura dell’Eurozona». Ha aggiunto Lagarde. Poi: «Un’area dell’euro più unita può
essere una bussola per la prosperità per la regione e un faro di speranza per il mondo» ha aggiunto ricordando che se la nozione di un’autorità centrale di bilancio è «politicamente difficile», la politica monetaria ha fatto troppo nel difficile compito di risollevare le sorti dell’Eurozona durante la crisi finanziaria.
Christine Lagarde ha messo in guardia dai rischi rappresentati dallo scontro commerciale con gli Usa per la crescita dell’eurozona. «Si pensi solo al populismo e alla miopia legata al canto delle sirene del protezionismo», ha affermato Lagarde nel suo intervento al Diw. La presidente del Fmi ha affermato che per il 2018 le stime sulla crescita dell’eurozona sono del 2,2%, ma dallo scontro commerciale potrebbe arrivare un forte vento contrario.
Al fondo anticrisi dell’eurozona, proposto da Christine Lagarde, gli stati membri dovrebbero partecipare investendo lo 0,35% del loro pil. È quello che la presidente del Fmi ha spiegato stamani a Berlino, intervenendo all’Istituto economico tedesco Diw, dove ha presentato l’idea di uno strumento dell’eurozona per prevenire crisi future. Il fondo servirebbe infatti a mettere da parte, «in tempi buoni», risorse utili per fare in modo che alcuni paesi possano fronteggiare "tempi cattivi".
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