PALERMO. Un ente che dovrebbe occuparsi del credito agevolato alle imprese che vacilla in uno stato di immobilismo mentre le aziende rischiano il fallimento con conseguente perdita di posti di lavoro. Un quadro preoccupante quello in cui versa l'artigianato in Sicilia. A lanciare l'allarme Cna, Confartigianato, Casartigiani e Claai, che denunciano lo stato di difficoltà della Crias, la Cassa regionale per il credito alle imprese artigiane. "La paralisi - spiegano le associazioni degli artigiani - è frutto del deleterio percorso amministrativo e finanziario avviato dalla giunta Crocetta e concluso dal Governo Musumeci. Input che fu dato dall’allora assessore all’Economia, Baccei, il quale decise di sacrificare, sull’altare di un ipotetico pareggio dei conti, i patrimoni di società partecipate e di enti regionali, tra cui la Crias, senza tener conto delle funzioni, dei ruoli e dell’utilità. Di fatto quel decreto lasciò in vita i contenitori ma senza contenuto – tuonano Cna, Confartigianato, Casartigiani e Claai - trasferendo i fondi alle casse della Regione per mostrare ai ministeri romani la capacità di far fronte ai buchi di bilancio". Al decreto dell'ex giunta - dicono ancora gli artigiani - è seguita la delibera del nuovo Governo Musumeci approvata lo scorso 9 febbraio, che introduce nuovi adempimenti burocratici ritenuti "impraticabili" dalle associazioni, bloccando "di fatto i meccanismi di erogazione", accusano. "Chiediamo - fanno appello gli artigiani - che si conceda alla Crias di continuare a procedere con le vecchie modalità o, nell’impossibilità di ciò, di revocare la delibera". Inoltre Cna, Confartigianato, Casartigiani, e Claai annunciano fermezza contro ogni tentativo di cambiare il credito agevolato regionale senza un preventivo e democratico confronto.