ROMA. Arriverà giovedì prossimo l'una tantum, dai 370 ai 712 euro, dovuta ai 250 mila dipendenti delle funzioni centrali dello Stato. Il rinnovo contrattuale copre, infatti, il triennio 2016-2018, quindi sono stati già maturati gli aumenti di due anni e due mesi. A comunicare la data per l'esigibilità della somma è il portale 'NoiPa' che gestisce le retribuzioni del personale nel pubblico. Sul sito si legge: "giovedì 1 marzo è la data di valuta per l'accreditamento degli arretrati derivanti dagli incrementi degli stipendi tabellari mensili lordi previsti dal contratto nazionale di lavoro 2016-2018 del comparto Funzioni centrali (ex comparto Ministeri, Agenzie fiscali, Enti pubblici non economici, Enti ex art.70)". E ancora, "si ricorda che l'effettiva disponibilità delle somme sui conti correnti può avvenire nell'arco dell'intera giornata, in relazione alle diverse modalità operative degli istituti bancari". Comunque il cedolino speciale con la somma è già visibile (era previsto per fine mese). Sul conto sarà, invece, caricato dopodomani. Si tratta del primo effetto tangibile, in termini economici, dell'accordo sul rinnovo del contratto raggiunto prima di Natale tra i sindacati e l'Aran, l'agenzia che rappresenta il governo nei tavoli. Sigla che è arrivata dopo "quasi dieci anni" di blocco, ha ricordato nei giorni scorsi la ministra della P.A, Marianna Madia, sottolineando lo "stanziamento di quasi 5 miliardi e mezzo complessivi" e l'intervento legislativo per modificare "la legge Brunetta, che mai avrebbe consentito di rinnovare il contratto dei dipendenti pubblici". Il primo rinnovo ha riguardato gli statali in senso stretto e ha fatto da apripista per gli altri comparti. L'aumento a regime andrà dai 63 ai 117 euro mensili e scatterà con la busta paga di marzo. Ma per dieci mensilità si dovrà aggiungere un plus dai 20 ai 25 euro per le fasce retributive più basse (cosa che permetterà di salvare il bonus degli 80 euro). In pratica quindi lo scatto parte da 84 euro, che poi è grosso modo la media dell'aumento. Hanno fatto seguito le intese su scuola (da 84 a 111 euro), enti locali (da 81 a 92) e sanità (da 80 a 95). Intanto sono stati rialzati pure gli stipendi per i vigili del fuoco e per il settore della sicurezza e della difesa. Chiusa una tornata se ne dovrà, però, presto aprire un'altra. I rinnovi, infatti, valgono fino a tutto il 2018. Ecco che dall'anno prossimo il contratto sarà già scaduto e si dovrebbe tornare a trattare per il successivo triennio.