PALERMO. La Funzione pubblica Cgil siciliana ha scritto all’assessore regionale ai Beni culturali, Vittorio Sgarbi, chiedendo un incontro per risolvere le problematiche che riguardano il personale di custodia dei siti archeologici e dei musei siciliani. Ha anche annunciato lo stato di agitazione del comparto invitandolo, in assenza di risposte e di accordo sindacale, a non aderire per quest’anno alla deroga dell’articolo 37 del contratto regionale, stabilita con un accordo di qualche mese fa, per il superamento del tetto delle giornate festive lavorate per consentire l’apertura l’apertura di siti e musei.
«Finora - scrivono Clara Crocè, della segreteria regionale Fp, e Franco Campagna, responsabile dell’area contrattazione - non ci è stata data alcuna risposta alla nostra richiesta di affrontare alcune criticità. La situazione è ormai diventata insostenibile». La Fp riferisce che «alcuni lavoratori segnalano di siti al buio, perché mancando le risorse non hanno corrente elettrica».
Il sindacato chiede «l'immediata liquidazione di quanto dovuto ai lavoratori per la turnazione fissa e variabile e l'indennità di vigilanza 2016-2017"; la verifica delle somme erogate al personale di custodia come saldo del piano di lavoro del 2016, «che risulta pari a un terzo, 200 euro, di quanto percepito dal personale amministrativo» e la corresponsione al personale di Agrigento e Messina e del museo Griffo di Tindari delle somme relative agli straordinari effettuati dal 2014 al 2017 durante le manifestazioni culturali. «Somme mai arrivare nelle tasche dei lavoratori - rilevano Crocè e Campagna - nonostante le risorse versate dai privati nelle casse della Regione».
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