
ROMA. «Nel 2016 circa 16 mila laureati italiani tra i 25 e i 39 anni hanno lasciato il Paese e poco più di 5 mila sono rientrati, confermando il trend negativo del tasso di migratorietà dei giovani laureati». Lo rileva l’Istat nel Rapporto sul benessere equo e sostenibile.
In un anno, quindi, per tre under-40 con titolo accademico andati via solo uno è rimpatriato. «La capacità dell’Italia di favorire prospettive di occupazione altamente qualificata per i laureati italiani continua a mostrare segnali decisamente negativi», sottolinea l’indagine.
Ad ogni modo, si legge sul rapporto Bes dell'Istituto, "il 2016 è stato l’anno della definitiva uscita del Paese da una crisi profonda e prolungata che ha cambiato la struttura produttiva italiana, i comportamenti individuali, le politiche pubbliche. Il miglioramento, registrato in molti ambiti del contesto socio-economico, ha avuto ampie ripercussioni sui diversi aspetti del benessere nel nostro Paese".
Tuttavia restano ancora forti differenze territoriali tra una parte e l'altra del Paese: "La sua diffusione non ha interessato in maniera omogenea tutte le fasce della popolazione e tutti i territori - prosegue l’Istat -. L’evoluzione positiva del benessere nel periodo recente è sostenuta da tre elementi: il proseguimento del trend di crescita in alcuni domini, quali ad esempio Istruzione e formazione, caratterizzati dal costante miglioramento di alcuni indicatori come la quota di laureati e altri titoli terziari (30-34 anni); il progresso degli indicatori più legati alle dinamiche del ciclo economico, come il tasso di occupazione o il reddito disponibile; il ritorno di segnali positivi, dopo alcuni anni, per alcuni aspetti importanti del benessere, come la qualità del lavoro e la soddisfazione per la vita. L’andamento degli indici compositi permette di sintetizzare l'evoluzione delle diverse dimensioni del benessere. Considerando il triennio 2014-2016, si identificano quattro gruppi di domini: quelli che nel periodo considerato sono progressivamente migliorati, quelli che sono migliorati seppure con qualche discontinuità, quelli che hanno recuperato e quelli in peggioramento nell’ultimo anno".
"A livello territoriale si conferma anche nell’ultimo anno la presenza di divari strutturali tra Nord e Mezzogiorno, con il Centro più vicino al primo che al secondo in molte dimensioni".
7 Commenti
sigfrido
15/12/2017 13:14
non abbiamo bisogno di voi, andate altrove emigrate,per fortuna abbiamo i nostri fratelli africani sono loro il nostro futuro!! Coloro che ci pagheranno le pensioni!! FORZA ITALIA AFRICANA!!!
vito
16/12/2017 11:03
abbiamo i nostri fratelli italoafricani laureatisi per via politica
"picchio"
15/12/2017 19:14
1 su 3 forse peggio della campagna di russia
Toti
16/12/2017 09:21
E chi resta? I parassiti raccomandati della regione! Che bell'affare!
Antonio
16/12/2017 10:32
Che tristezza. Io ho un figlio all'estero da 12 anni l'altro figlio chissà se resta.
Dario DAREK
16/12/2017 11:04
Che "riescono"? Direi pure che "desiderano" tornare...
Uno
17/12/2017 00:32
I sono scappato 20 anni fa, ho solo un rammarico non averlo fatto un paio di anni prima, un paese senza futuro e che non dà una dignità, scappate via !!!
paolo 65
17/12/2017 10:34
Perchè non contiamo quanti senza laurea e semplici con la scuola dell'obbligo , scelgono l'estero per trovare un lavoro. Perchè si parla solo dei cervelli in fuga, si deve parlare anche dei giovani che non hanno potuto studuiare e che si ritrovano disoccupati a vita, come li chiamiamo bocche in fuga?