PALERMO. La prima richiesta per realizzare quell’impianto di produzione di energia eolica a Castronovo di Sicilia fu avanzata il 14 settembre del 2006. Ma per ricevere il via libera finale dalla Regione l’impresa ha dovuto attendere fino al 25 novembre del 2016, esattamente 10 anni, 2 mesi e 11 giorni.
E non è il record negativo registrato nei meandri della burocrazia regionale. E’ andata peggio a un’azienda che chiedeva di realizzare un impianto di smaltimento di rifiuti pericolosi: ha atteso quasi dodici anni, dal 9 novembre del 2004 al 29 marzo del 2016.
Sono storie di ordinaria malaburocrazia su cui Confindustria ha deciso di accendere i riflettori. L’associazione guidata da Giuseppe Catanzaro ha messo a confronto cento pratiche per autorizzazioni avanzate in Sicilia con le stesse procedure che si seguirebbero nella Provincia autonoma di Bolzano. Ne è venuto fuori che mentre in Sicilia l’attesa media varia dai 3 ai 4 anni e mezzo, nel nord est raramente si va oltre l’anno.
E c’è di più, a Bolzano almeno il 60% delle richieste di autorizzazioni imprenditoriali viene soddisfatta entro i normali 180 giorni previsti dalla legge, in Sicilia meno del 10% arriva al traguardo nei tempi legittimi.
Tanto basta perché l’associazione degli imprenditori chieda al governo un deciso cambio di passo: secondo Catanzaro non servono più risorse ma efficienza nella pubblica amministrazione. E l’efficienza porterebbe ricchezza, visto che c’è un altro dato impietoso: a Bolzano dove la burocrazia non ostacola le imprese il reddito medio delle famiglie è di 44 mila euro all’anno e in costante crescita mentre nell’Isola si ferma a poco meno di 26 mila senza scatti al rialzo.
Secondo Confindustria in Sicilia chi investe è visto come un nemico. E per questo serve più trasparenza, tempi certi per l’esame delle pratiche, un più diffuso ricorso al silenzio assenso e limiti alla possibilità di rinviare le conferenze di servizio.
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