ROMA. La crescita del Pil nel terzo trimestre del 2017 accelera rispetto al trimestre precedente, passando da +0,3% a +0,5%. Lo rileva l'Istat nelle stime preliminari, spiegando che si tratta della tredicesima variazione congiunturale positiva, ovvero sopra la soglia 'zero'. Non solo, il dato tendenziale, pari al +1,8%, risulta il più alto dal secondo trimestre del 2011, ovvero da oltre sei anni. Il terzo trimestre del 2017 ha avuto tre giornate lavorative in più del trimestre precedente e una giornata lavorativa in meno rispetto al terzo trimestre del 2016, precisa l'Istat. Guardando al dato in valori assoluti, il Pil del trimestre risulta pari a 400 miliardi e 547 milioni di euro. Si torna così a superare una cifra tonda, dopo un lungo periodo passato sotto i 400 miliardi di euro. Si tratta infatti del valore più alto da quasi sei anni, ovvero dall'ultimo trimestre del 2011. Siamo però ancora sotto i picchi pre-crisi, raggiunti nel 2008, di circa il 5,9%. In altre parole, si potrebbe dire che l'Italia ha recuperato quanto perso durante la seconda recessione, mentre c'è ancora strada da fare per 'rimarginare' i danni provocati dalla prima. INFLAZIONE L'inflazione frena ancora. A ottobre, infatti, la crescita annua dei prezzi al consumo si ferma all'1,0%, dall'1,1% di settembre. Lo rileva l'Istat, confermando le stime di fine ottobre. L'Istituto fa inoltre sapere che su base mensile il tasso scende dello 0,2%. Sul "lieve rallentamento" di ottobre, spiega l'Istat, incide il forte ribasso registrato per l'istruzione universitaria, grazie all'introduzione, decisa della scorsa manovra, di una 'no tax area' e di una 'low tax area'. Ad ottobre le differenze tra i tassi d'inflazione registrati nelle diverse aree territoriali del Paese, "sono molto contenute", fa presente l'Istat. Si va dal +0,8% del Sud al +1,1% delle Isole, mentre a livello regionale, se non si considerano i due valori estremi (quello del Trentino-Alto Adige con una crescita dell'1,7% e quello della Basilicata con un aumento dello 0,3%), le variazioni, spiega l'Istituto di statistica, "sono racchiuse in sei decimi di punto percentuale attorno alla media nazionale", dal +0,7% della Calabria e delle Marche al +1,3% della Liguria. Guardando ai capoluoghi, guidano i rialzi tre città del Nord: Bolzano (+1,9%), Trento e Genova (entrambe a +1,4%). I livelli più bassi si riscontrano invece a Potenza (+0,3%), Cagliari e Ancona (per tutte e due +0,4%). Allargando la prospettiva anche ai comuni con oltre 150 mila abitanti, in testa si trova Parma (+2,0%), ultima è Ravenna (+0,5%). Crescono i prezzi del cosiddetto 'carrello della spesa'. L'Istat conferma, infatti, le stime registrando un rincaro a ottobre per i beni alimentari, per la cura della casa e della persona, che aumentano dello 0,7% su base mensile e dell'1,7% su base annua (da +1,1% di settembre).