
ROMA. Per andare in pensione in anticipo rispetto all'età di vecchiaia (l'ex pensione di anzianità contributiva) dal 2019 saranno necessari 43 anni e tre mesi di contributi per gli uomini e 42 anni e 3 mesi per le donne. E' quanto si evince dall'aumento dell'aspettativa di vita a 65 anni pubblicato oggi dall'Istat secondo il quale ci sarebbe un incremento di 5 mesi. Al memento per l'uscita anticipata verso la pensione ci vogliono 42 anni e 10 mesi per gli uomini e 41 e 10 mesi per le donne.
A 65 anni l'aspettativa di vita arriva a 20,7 anni per il totale dei residenti, allungandosi di cinque mesi rispetto a quella registrata nel 2013. La speranza di vita alla nascita - scrive l'Istat - risulta come di consueto più elevata per le donne - 85 anni - ma il vantaggio nei confronti degli uomini - 80,6 anni - si limita a 4,5 anni di vita in più.
La speranza di vita aumenta in ogni classe di età. A 65 anni arriva a 20,7 anni per il totale dei residenti, allungandosi di cinque mesi rispetto a quella registrata nel 2013. A tale età - prosegue l'Istat - la prospettiva di vita ulteriore presenta una differenza meno marcata tra uomini e donne (rispettivamente 19,1 e 22,3 anni) che alla nascita. Si confermano quindi per quanto riguarda l'accesso alla pensione di vecchiaia le previsioni di un incremento di 5 mesi nel 2019. Il passaggio sarà da 66 anni e sette mesi a 67 anni sia per gli uomini che per le donne.
E' da quasi un decennio che in Italia l'età pensionabile è in linea di principio collegata, praticamente in automatico, all'aspettativa di vita. La regola è stata stabilita, infatti, per la prima volta in una manovra estiva del 2009, poi rivista negli anni, passando per il 'Salva-Italia' di Monti-Fornero. La sostanza però non cambia: l'uscita dal lavoro va di pari passo con l'allungamento dell'aspettativa di vita.
Il meccanismo agisce su tutti i lavoratori, sia privati che pubblici. L'aggiornamento è previsto ogni tre anni e dal 2019 ogni due. Si può adeguare solo al rialzo, non vale il contrario: se cala la speranza di vita l'età per la pensione di vecchiaia non scende. In caso quindi l'età resta congelata. L'aggiustamento viene fatto in base ai dati, agli indici demografici, che fornisce l'Istat. Si guarda precisamente alla speranza di vita a 65 anni. Le variazioni, calcolate in mesi, vengono trascinate sul requisito minimo per ritirarsi dal lavoro. Il tutto passa per un decreto ministeriale (Mef e Lavoro), direttoriale, che prende atto dei mesi guadagnati. Provvedimento, di natura amministrativa, che va varato 12 mesi prima dell'aggiornamento dell'asticella.
L'età per la pensione di vecchiaia è stata già rivista due volte: nel 2013, aumentata di tre mesi, e nel 2016, salita di quattro arrivando a 66 anni e sette mesi per gli uomini (65 anni e sette mesi per le dipendenti del settore privato). E a bocce forme, se nulla cambia a livello normativo, dal 2019 si alzerà ancora, di cinque mesi, toccando i 67 anni tondi. C'è da dire che la riforma Fornero contiene una 'clausola di salvaguardia' per cui l'aumento dell'età a 67 anni scatterebbe comunque, a partire dal 2021.
La Cgil intanto chiede di "conoscere i criteri con i quali è determinata l'aspettativa di vita a 65 anni e rivedere il meccanismo di calcolo". Lo afferma il segretario confederale Roberto Ghiselli. "Quando la speranza di vita cresce - afferma - si registra mentre quando cala non se ne tiene conto. Noi chiediamo di modificare radicalmente la normativa rivedendo sia l'automatismo sia il metodo di calcolo anche tendendo conto dei diversi lavori che si fanno. Chiediamo comunque di bloccare l'automatismo che prevede nel 2019 l'innalzamento di cinque mesi dell'età pensionabile di vecchiaia e l'aumento di cinque mesi dei contributi necessari per la pensione anticipata".
12 Commenti
Gela75
24/10/2017 14:43
Si......tra un pò daremo le deleghe alle pompe funebri è andranno loro a riscuotere le nostre pensioni. No per discriminare, ma questa s....za della Fornero si rende conto ke un uomo a 65 anni nn ha la forza di un uomo a 30 anni, ma da quale pianeta viene e vive.
Antonino Pipitò
24/10/2017 14:58
per poi magari morire a 70 e se non c'è moglie da dare la reversibilità hanno lavorato una vita e si sono pagati un sacco di contributi per nulla !!!
ivan
24/10/2017 16:40
la colpa e' dei pensionati che non si curano e non fanno una vita sana,,,,,,,,,,,,,,non e' cosi?........o no..........
Francesco
24/10/2017 14:59
Si si voglio vedere come ci si arriva a lavorare fino a 70 anni,un conto è l'aspettativa di vita un conto è comunque il lavoro che presuppone una buona condizione psicofisica !!
Peppi’s
24/10/2017 15:10
Finché morte non ci separi
Michele
24/10/2017 15:12
concordo con i commenti precedenti, che se si va in pensione a 67 anni e si muore a 70, non si ha avuto il tempo di potere beneficiare della pensione. Ma anziché prendersela con la Fornero (se i soldi non ci sono, non si possono fare trucchi per farla apparire) perché non inveire contro quelli che ci hanno messi in questa situazione beneficiandone ampiamente. Chi di voi non conosce persone che dopo 15 anni di servizio sono andate in pensione a 40anni (ex carabinieri, impiegati statali etc.) e che a 42/45 anni prendevano la pensione facendo un secondo lavoro.......E' facile sparare sempre sul governo, ma cominciamo a fare provare vergogna a tutti questi individui
Giuseppe
05/11/2017 19:26
I soldi non possono non esserci,dato che l'INPS è lo Stato; semmai se non si separa la Previdenza, quella che i lavoratori si pagano per la loro pensione coi contributi, dall'Assistenza, quella che l'INPS eroga a chi non ha mai versato e, ultimamente, per i vari bonus, è chiaro che i soldi finiscano. Separare la Previdenza dall'Assistenza, mettendo l'Assistenza a carico della fiscalità generale, come negli altri Paesi. Salvo errori, anche gli ottanta miliardi "risparmiati" con la controriforma pensionistica Fornero, sono stati destinati ad abbassare il debito invece che a rafforzare l'INPS, come loro naturale destinazione. Secondo me il debito andava abbassato con la fiscalità generale non coi soldi dei pensionandi.
Wolf-359
24/10/2017 18:50
Andremo a lavorare accompagnati dalla badante. E' chiaro che l'obiettivo è quello di farci morire prima per non pagaci la pensione.
nino
24/10/2017 21:32
ma scusate ma bene che campiamo di più ma non si tiene in considerazione che già a 60 anni certi lavori non si possono fare o meglio non puoi rendere .... sta legge è solo esclusivamente nel risparmio aspettano che si muore così al compagno o compagna daranno solo il 60% e se continueranno a dare...... ma perché invece di andare a 67 non ci mandano a 60 cosi il nostro posto lo diamo ai giovani un posto di lavoro magari toccherà a un nostro figlio e noooo ci perderanno il famoso 40% e so soldoni che assicureranno le loro grasse e porche pensioni e vitalizi distinti saluti nino
IO
25/10/2017 05:56
D accordissimo con lei Nino.si vive forse più a lungo ma non sempre in buona salute. E un ultra sessantenne non può più rendere come dovrebbe. non sanno o non vogliono fare bene i conti
Gabriele
25/10/2017 07:55
Questo meccanismo perverso di adeguamento solo al rialzo dell'età pensionabile, comporterà inevitabilmente ai trentenni e quarantenni di oggi (per non parlare dei più giovani) a godere della pensione per non più di 10 anni. L'aspettativa di vita è ormai pressoché ai massimi, considerando che è calcolata sulle generazioni che in questi decenni ha goduto di fattori pressoché tutti favorevoli:lavoro, già appena maggiorenni, ottima qualità della vita, cibo genuino, cure mediche, ambiente poco inquinato, poco stress, buone pensioni in "tenera eta'",ecc.;se paragoniamo lo stile di vita dei nostri genitori con quella che viviamo noi quarantenni, ci accorgiamo subito della enorme differenza e che comporterà inevitabilmente in futuro una diminuzione dell'aspettativa di vita, ma questo loro lo sanno e quindi ovviamente hanno già previsto l'impossibilità di adeguamento al contrario.Le leggi casualmente le hanno fatte i cinquantenni/sessantenni di oggi in modo da garantirsi grasse pensioni a nostre spese. Infinita vergogna!!!!!!!
Davide
25/10/2017 08:07
ok, restiamo a lavorare fino a 67 anni, ma ci devono far restare fino a 67 anni. Ci sono aziende che a 45 anni ti considerano gia vecchio e si vogliono liberare di te, perche` costi troppo, perche` non sei performante come a 25 anni. ok ridurre i costi ma fatelo in tutti i sensi, a cominciare da quelli piu elevati e inutili.
Giovanni
25/10/2017 17:29
La Fornero non viene da nessuno pianeta...è una delle più ricche donne!!!! In Italia....visto à chi hanno fatto fare la riforma della pensione...ad una che odia la classe operaia..
Fabio Severino
25/10/2017 19:05
Questi automatismi non tengono conto del grado di resa che può avere un lavoratore di 40anni e uno di 60. Ugiorno di lavoro di un 60enne equivale a quasi due di un 40enne. Dal 50esimo anno di età il calcolo degli anni di anzianità di servizio dovrebbero essere incrementati di una percentuale non inferiore al 25%. Con con tale metodo di calcolo si guadagnerebbe un anno di anzianità ogni quattro.