ROMA. Il Governo chiude ogni spiraglio su possibili interventi in materia previdenziale a partire dalla richiesta dei sindacati di uno stop all'aumento dell'età di vecchiaia collegato all'aspettativa di vita previsto per il 2019. "C'è una legge in vigore - ha detto il premier, Paolo Gentiloni al termine del Consiglio dei ministri che ha dato il via libera alla manovra - e la rispetteremo".
In pratica, quindi, si attenderanno i dati Istat previsti per questo mese sull'andamento dell'aspettativa di vita tra il 2013 e il 2016 e si procederà all'aumento dell'età di vecchiaia sulla base di questo andamento. Al momento la previsione è di un aumento nel 2019 di 5 mesi (arrivando a 67 anni). Preoccupati i sindacati.
I pensionati Cgil chiamano alla mobilitazione, "non rinviabile". In mattinata i leader di Cgil Cisl e Uil, prima del Cdm, hanno incontrato il ministro del Lavoro e delle Politiche sociali, Giuliano Poletti, esprimendo "preoccupazione" per l'assenza di misure significative sulla previdenza, anche per quanto riguarda gli impegni assunti dal Governo l'anno scorso sulla fase due e augurandosi aperture dal Cdm.
Le misure in legge di Bilancio sulla materia saranno invece marginali, come quella che agevola le lavoratrici madri (con uno 'sconto' contributivo di sei mesi per un massimo di due anni) nell' accesso all'Ape sociale, che la leader della Cisl, Annamaria Furlan, ha giudicato "insufficiente". E l'accesso all'Ape non solo per chi è stato licenziato ma anche per chi ha concluso un contratto a termine (e ha comunque esaurito gli ammortizzatori da almeno tre mesi).
Nessuna indicazione sembra in arrivo sulla pensione di garanzia per i giovani né condizioni più favorevoli per il pensionamento delle donne nel complesso che hanno avuto figli così come chiesto dai sindacati (un anno di anticipo per ogni figlio con un limite di tre anni). "Voglio esprimere la preoccupazione - ha detto il numero uno della Cgil, Susanna Camusso - per la mancanza di risposte sulla previdenza. Serve un atto normativo che sospenda l'aumento dell'aspettativa di vita".
"C'è bisogno - ha detto il leader della Uil, Carmelo Barbagallo - di risposte significative sulla fase due della previdenza". Se sul lavoro, con gli sgravi per le assunzioni stabili dei giovani al 50% (al 100% al Sud) e sul rinnovo dei contratti pubblici "ci sono segnali positivi", sul capitolo pensioni non è così, ha commentato Furlan: "Spero che Gentiloni ci convochi", ha insistito. "Con arroganza il governo non risponde ai problemi di milioni di persone e disattende gli impegni che si era preso per la seconda fase di confronto con i sindacati sulle pensioni", attacca il segretario generale dello Spi-Cgil, Ivan Pedretti, sostenendo che "a questo punto non è più rinviabile una grande mobilitazione".
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