PALERMO. “Le imprese in Sicilia vanno avanti a fatica e una delle cause principali della crisi è certamente legata al cronico ritardato pagamento dei debiti da parte della Pubblica amministrazione siciliana”. È quanto afferma il presidente regionale di Confartigianato, Filippo Ribisi. Secondo gli ultimi dati disponibili in Sicilia sono infatti oltre 46 mila le imprese di diverse dimensioni, che vantano un credito nei confronti della pubblica amministrazione con una cifra complessiva miliardaria. “Le piccole imprese artigiane – dice Ribisi – devono sommare al danno la beffa e devono subire le conseguenze, ovvero devono rivolgersi al sistema creditizio, sostenendo i noti ed elevati costi che questo comporta, costretti in diversi casi a fallimenti ed alle difficoltà che ne derivano. Secondo noi, quando si sostiene che si vuole affrontare il problema della disoccupazione in Sicilia, da quella giovanile a quella della quale non si parla e che riguarda le persone che il lavoro lo perdono, bisogna analizzarne le cause e, prima di spendere inutilmente altri soldi per provvedimenti precari ed illusori, bisogna entrare nel merito dei problemi e rimuovere le cause che provocano la perdita dell’occupazione che c’è”. L’intervento di Ribisi è mirato a scuotere le forze politiche affinché in questa campagna elettorale inizino ad interessarsi delle imprese artigiane e dell’economia che ruota attorno alle aziende. “Di questi elementi – denuncia il presidente – dobbiamo rilevare che nel dibattito politico di questi giorni, il tema dell’economia reale non è all’ordine del giorno. È per questo che agli aspiranti governatori e a chi si candida a rappresentare gli interessi dei siciliani, chiediamo come pensano di affrontare e risolvere questi temi. Le imprese artigiane chiedono di sapere se il rispetto della normativa sulla trasparenza e dei tempi di pagamento che obbligano la Pubblica amministrazione a pagare entro 30 giorni, è un optional o è una normativa che va rispettata”.