Giovedì 19 Dicembre 2024

Contratti a termine nella Pubblica amministrazione, cambiano le regole

Palazzo Chigi

ROMA. Nuove regole per i contratti a tempo nella P.A, con limiti alle proroghe e al ricorso. La 'riforma' è affidata alla trattativa tra i sindacati e l’Aran, l’Agenzia che rappresenta il Governo, ma si combina con il piano di stabilizzazione previsto dal decreto Madia e le novità in fatto di reclutamento, che arriveranno entro il prossimo mese. Intanto lunedì si riapre il tavolo sulla contrattazione, per fare il punto sui temi trasversali alle varie anime del pubblico impiego. E il precariato è uno dei temi a largo spettro, così come la questione delle assenze. Sulla malattia però il cambiamento più rilevante, che scatterà il primo settembre, è il passaggio delle competenze sulle visite dalle Asl all’Inps. L’obiettivo della riscrittura delle regole sui contratti a termine è impedire la creazione di eserciti di precari dopo che le assunzioni straordinarie dovrebbero, nelle intenzioni del governo, 'sanare' circa 50 mila posizioni. La normativa dovrà essere allineata a quella del privato, traducendo concretamente nella Pubblica Amministrazione le novità introdotte dal Jobs act nel privato. Ecco che la quota dei contratti a termine in via generale non potrà superare il 20% e dopo i 36 mesi saranno possibili rinnovi solo in determinate situazioni (l'avvio di nuove attività, cambiamenti tecnologici, prosecuzione di progetti, il rinnovo di un contributo finanziario). A stabile questi punti fermi è l’atto di indirizzo della ministra della P.A, Marianna Madia. Ora i negoziati tra Aran e sindacati dovranno disciplinare il tutto nel dettaglio, anche per quanto riguarda le pause tra un rapporto di lavoro e l’altro (che oggi nel privato vanno dai 10 ai 20 giorni). Certo nel pubblico non è possibile sanzionare la violazione dei termini con la trasformazione del contratto da precario a fisso. Lunedì, il tavolo sui rinnovi si occuperà anche del riordino delle regole sui fondi per il salario accessorio, di sanzioni disciplinari e del pacchetto che va dalle assenze ai permessi. Intanto già dal primo settembre, venerdì prossimo, l’Istituto di previdenza vigilerà sulle malattie sia dei privati che dei dipendenti pubblici, per cui finora sono invece state attive le Asl. Nasce così il Polo unico della medicina fiscale, sotto l'ombrello dell’Inps che in settimana, mercoledì, presenterà il nuovo sistema. Si partirà, come stabilito dalla riforma Madia, con una 'fase pontè, per cui le fasce orarie di reperibilità resteranno quelle attuali: sette ore per la P.A (dalle 9 alle 13 e dalle 15 alle 18) e quattro per i privati (dalle 10 alle 12 e dalle 17 alle 19). Ma a breve un decreto armonizzerà la gestione delle visite nei due settori, prevedendo anche controlli a ripetizione. Come noto il presidente dell’Inps, Tito Boeri, spinge per allargare la reperibilità a sette ore per tutti i dipendenti, ma non è esclusa una soluzione a metà strada. Inoltre per incentivare i medici e fare fronte alle carenze in alcune zone saranno previsti dei premi per chi effettua più accertamenti.

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