ROMA. Sono stati firmati oggi i due decreti interministeriali per introdurre in via sperimentale, per due anni, l’obbligo di indicazione dell’origine del riso e del grano per la pasta in etichetta. Lo hanno annunciato i ministri delle Politiche e dello Sviluppo Economico, Maurizio Martina e Carlo Calenda, nel precisare che i provvedimenti ricalcano la norma già in vigore da aprile scorso per i prodotti lattiero caseari. 'È un passo storico che abbiamo deciso di compiere senza aspettare Bruxelles, spronandola a dare piena attuazione al Regolamento Ue del 2011 - ha detto Martina - puntiamo così a dare massima trasparenza delle informazioni al consumatore, tutelare i produttori e rafforzare i rapporti di due filiere fondamentali per l’agroalimentare made in Italy». «Un provvedimento molto atteso dagli agricoltori italiani e siciliani in particolare e chiesto a gran voce anche dal governo regionale con una risoluzione approvata appositamente nei mesi scorsi», ha commentato l’assessore regionale all’Agricoltura Antonello Cracolici, a Messina, durante il convegno sul contrasto alle agro mafie promosso da Coldiretti. «Sarà obbligatorio mettere in etichetta l’origine del grano e del riso nei prodotti commercializzati. Una grande conquista - aggiunge l'assessore - che consentirà la scelta dei consumatori sui prodotti acquistati, avendo piena consapevolezza di quali siano i luoghi di produzione della materia prima; ma anche una grande notizia per produttori che potranno scommettere su una tutela più forte del valore della biodiversità, per difendere con maggiore efficacia la qualità dei prodotti autoctoni. Anche così proteggeremo il made in Italy, rendendo sempre più importante anche il ruolo delle produzioni siciliane». "Due provvedimenti che pongono l'Italia all'avanguardia in Europa con misure concrete e necessarie per la trasparenza a tutela non solo dei consumatori ma anche dei produttori italiani. Ma i decreti sono anche un messaggio politico forte all´Europa che ancora indugia sulla normativa che riguarda le indicazione di origine in etichettatura e sull'iter del «Made in», questioni per le quali ci battiamo da tempo», dichiara Michela Giuffrida, membro della Commissione per l´agricoltura e lo sviluppo rurale del Parlamento europeo. "I numeri dell'export dell'agroalimentare italiano, settore trainante della ripresa economica, dimostrano la voglia di Made in Italy nel mondo e la richiesta dei consumatori globali di puntare su prodotti la cui provenienza sia certa. La maggiore sfida del comparto agroalimentare italiano - continua l'eurodeputato - é proprio quella della trasparenza sulle materie prime utilizzate che costituiscono valore aggiunto nell'ambito degli accordi commerciali. Oggi l'Italia, con una azione già concretizzata dal ministro Martina sul settore del lattiero caseario, riafferma la volontà politica di continuare su un percorso finalizzato a fornire le più complete informazioni ai consumatori che chiedono, e hanno il diritto, di sapere cosa acquistano. I decreti varati oggi sono uno strumento importante anche per tutelare la sicurezza alimentare perché il grano che arriva dal Canada, per esempio, ha livelli di micotossine molto superiori a quello coltivato in Italia. Proprio a questo proposito - annuncia Giuffrida - ho recentemente presentato una interrogazione alla Commissione europea per chiedere di rivedere le regole che danneggiano i nostri produttori e sostenere le produzioni locali, come quelle italiane, che non contengono micotossine".