ROMA. Un milione di turisti al giorno sotto l'ombrellone sulle spiagge italiane per oltre un miliardo e mezzo di incassi complessivi, pernottamenti esclusi. E' un luglio da record per le località balneari grazie al gran caldo secondo un'indagine CNA in 432 stabilimenti di 55 località. A fine luglio le presenze (ovvero il numero di turisti per giorni di utilizzo delle strutture) potrebbero sfiorare il livello record di 77,5 milioni, di cui ben 49 nei fine settimana: il doppio dell'anno scorso. I lidi di Sicilia, Campania, Emilia Romagna e Puglia sono da tutto esaurito. Anche Lazio, Sardegna e Toscana viaggiano con il vento in poppa. Mentre la crescita è minore in Abruzzo, Basilicata, Calabria, Friuli Venezia Giulia, Liguria, Marche e Molise. Il bagnante tipo spende 45 euro al giorno per spiaggia, pasti e trasporti per quasi 1,4 miliardi al mese; a questi si aggiungono circa 180 milioni di spese extra per attività culturali, termali o gastronomiche per un totale di oltre un miliardo e mezzo di euro. Buoni segnali per il turismo balneare anche secondo l'indagine previsionale condotta da Cst per Confesercenti su un campione di oltre 2mila imprese del settore ricettivo. Il caldo record spinge i turisti sulle nostre spiagge, dall'Italia e dall'Europa. Per l'estate 2017 si prevedono infatti 84,5 milioni di presenze nelle località di mare del nostro Paese, con una crescita di 1,9 milioni (+2,3%) sulla stagione 2016, l'aumento più sostenuto degli ultimi dieci anni. A trainare è soprattutto la ripresa della domanda estera: quest'estate le presenze di turisti stranieri si avviano a superare quota 29 milioni, oltre 1 milione in più rispetto allo scorso anno. Il 66% degli imprenditori di località marine ha segnalato un aumento della domanda straniera, in particolare dalla cosiddetta Grande Germania, mercato tradizionalmente forte per l'Italia: Germania, Austria, Svizzera e Olanda. Ma si rilevano incrementi anche per i turisti francesi, del Benelux e provenienti dalla Cina. Rimangono invece stabili le prenotazioni giunte da Gran Bretagna e Nord America, mentre si registra un calo di spagnoli, giapponesi e indiani. Pur con comprensibile prudenza, gli operatori segnalano un rafforzamento generale della domanda, con una crescita sostenuta (+1,5%, circa 824mila in più) anche delle presenze turistiche italiane, soprattutto nei weekend. Bene soprattutto le località di mare del Sud e delle Isole (+3,9%) e il Nord est (+3,3%). Negli ultimi dieci anni, gli arrivi turistici presso le località balneari italiane sono aumentati del +17,8% (+13,8 milioni), per una media mentre le presenze hanno messo a segno un aumento dell'1,1%. Ma, per colpa della recessione e del crollo del turismo italiano, la crescita è stata guidata dalla domanda estera: tra il 2006 ed il 2016, infatti, i turisti stranieri sono aumentati del 19,2%, più che compensando il calo del 7,6% registrato dagli italiani. In alcune tradizionali mete balneari, come Rimini, Caorle e Chioggia, l'aumento di turisti stranieri ha superato il 20%, mentre a Capri e a Orbetello si è registrato un vero e proprio boom, con incrementi rispettivamente del 37 e del 68%. Una rivoluzione nella composizione dei flussi turistici che ha premiato alcune mete di villeggiatura balneari più di altre. E se la tradizionale Rimini ha registrato, in questi dieci anni, un calo del 4,4%, Jesolo (+4,1%), Caorle (+8,4%) e Riccione (+6,1%) e - soprattutto - Orbetello (+22%) e Capri (22,4%) confermano il loro appeal. "Il boom di stranieri sulle nostre spiagge conferma l'appeal internazionale del nostro sistema turistico balneare che, con 1,6 milioni di posti letto e oltre 47mila imprese attive, rappresenta circa un terzo dell'offerta turistica italiana - spiega Vincenzo Lardinelli, Presidente di Fiba, le imprese balneari Confesercenti -. Le località marine italiane, con i loro stabilimenti ed alberghi, sono un unicum nel mondo: in nessun paese l'offerta di servizi in località di mare è paragonabile alla nostra. Purtroppo, negli ultimi anni, è stato severamente frenato dal crollo della domanda interna, in recupero solo dalla scorsa stagione, e soprattutto dalle incertezze legate alla direttiva Bolkestein, che hanno portato ad un stop degli investimenti da parte degli imprenditori. Una situazione che ci auguriamo venga presto superata, con una soluzione che mantenga l'attuale tessuto di imprese".