ROMA. Nel 2016 la spesa media mensile delle famiglie è stata pari a 2.524,38 euro, in rialzo dell'1,0% rispetto al 2015. Lo rileva l'Istat, spiegando che quindi "si consolida, ad un ritmo moderato, la fase di ripresa dei consumi", anche se il livello rimane ancora "al di sotto" di quello registrato nel 2011.
Nel 2016 "le famiglie residenti nei comuni centro di area metropolitana", ovvero nelle grandi città italiane, "spendono ogni mese, in media, 2.899,21 euro", ovvero il 10,2% in più rispetto ai 2.630,27 euro del 2015. Lo rileva l'Istat, sottolineando così un'impennata dei consumi per chi vive nei grandi centri urbani.
Si apre una voragine tra i livelli dei consumi registrati nelle grandi città e i valori rilevati sul resto del territorio. L'Istat, infatti, fa sapere che "si amplia nel 2016 il divario tra le città metropolitane e i comuni periferici delle aree metropolitane e quelli sopra i 50mila abitanti (circa 376 euro in media al mese da poco meno di 100 euro del 2015) e tra città metropolitane e altri comuni fino a 50mila abitanti (poco più di 491 euro da meno di 200 del 2015)". Per l'Istituto "la causa principale di questa dinamica è nella marcata crescita della spesa media mensile per beni e servizi non alimentari delle famiglie residenti nelle città metropolitane".
I divari nei consumi delle famiglie tra l'Italia settentrionale e meridionale ci sono ancora ma iniziano un po' a restringersi. Lo rileva l'Istat, spiegando che "pur permanendo ampie differenze strutturali sul territorio, legate ai livelli di reddito, ai prezzi e ai comportamenti di spesa, il gap tra i più elevati valori del Nord-ovest (2.839,10 euro) e quelli più bassi delle Isole (1.942,28 euro) si riduce, passando da quasi 945 a circa 897 euro nel 2016".
"Bene, ma non basta", commenta Massimiliano Dona, presidente dell'Unione Nazionale Consumatori. "Il dato si riferisce alla spesa media familiare, ossia ai consumi di una famiglia in realtà inesistente. Per la famiglia normale e tradizionale, una coppia con due figli, ci sono ancora difficoltà, come dimostra il dato della spesa alimentare, che scende su base mensile di oltre 6 euro al mese, -74 euro su base annua", spiega Dona, sottolineando che "se poi si confronta la spesa 2016 con quella del 2011, in appena 5 anni la voce alimentari e bevande è diminuita di circa 59 euro al mese, 706 euro all'anno. La spesa annua totale è crollata di 3.256 euro". E "anche considerando la famiglia media il confronto con il 2011 è preoccupante", aggiunge il presidente dell'Unc.
"Su base annua la riduzione è di 139 euro per la spesa alimentare, 1.386 euro per la spesa totale" prosegue. "Insomma le famiglie, per quanto i consumi diano segnali di un lieve recupero, stringono ancora la cinghia e, persino per beni necessari come gli alimentari, sono ben lontane dal tenore di vita che avevano appena 5 anni fa" conclude Dona.
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