ROMA. Boom per la bistecca Doc con consumi in aumento del 52% negli ultimi 15 anni. Dallo street food alle hamburgherie fino alla carta delle carni nei menu dei ristoranti, gli italiani hanno imparato ad apprezzare le storiche razze italiane che, dopo aver rischiato l'estinzione, sono tornate a ripopolare le campagne.
Un alimento che risponde alla crescente domanda di qualità e di garanzia dell'origine. E' quanto emerge da un'analisi della Coldiretti illustrata in occasione dell'indagine 'Il popolo dei No Vegan', ricordando il recente riconoscimento comunitario Igp ai ''Vitelloni Piemontesi della Coscia''.
Tante le razze nazionali di qualità per un totale di 415 mila capi allevati, di cui la piemontese la più diffusa con 276 mila animali, la marchigiana con oltre 51 mila, la chianina con 45 mila, la romagnola con 12 mila, la maremmana con 10 mila e la podolica con 32 mila.
Un patrimonio consolidato anche grazie a iniziative di valorizzazione messe in campo dagli allevatori, con forme di alimentazione controllata, disciplinari di allevamento restrittivi e sistemi di rintracciabilità elettronica. Il risultato è una vera rivoluzione nell'offerta di carne in Italia, dalla macelleria, al supermercato, al ristorante dove la conoscenza delle caratteristiche specifiche dei diversi tipi delle razze è diventato un valore aggiunto.
Una decisa svolta verso la qualità, con il 45% degli italiani che privilegia quella proveniente da allevamenti italiani, il 29% sceglie carni locali e il 20% quella con marchio Dop, Igp o con altre certificazioni di origine. Dall'estero, ricorda il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo, viene il 40% della carne bovina consumata senza il valore aggiunto di sicurezza e sostenibilità garantita dall'italianità.
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