Lunedì 23 Dicembre 2024

Manovra-bis, addio agli studi di settore e stretta sulle slot machine

ROMA. Addio agli studi di settore e taglio di oltre un terzo delle slot machine entro i primi mesi 2018, in anticipo di un anno rispetto al previsto. Sono alcune delle novità della manovra-bis emerse nel corso dell'esame parlamentare della Commissione Bilancio della Camera, sede in cui restano però ancora irrisolte alcune questioni non di poco conto. Dal nodo tutto politico dei voucher a quelli, invece finanziari, delle risorse da destinare alle Province, che tutti vogliono aumentare senza riuscire tuttavia a reperire le coperture, e dello stop alle monetine da 1 e 2 centesimi, il cui ritiro dalla circolazione potrebbe avere un costo inatteso. Per dare un segnale "di coerenza" a Parlamento e Conferenza unificata, il governo ha intanto deciso di intervenire direttamente sul decreto con un emendamento ad hoc per la ristrutturazione dell'offerta dei giochi. Entro la metà del prossimo anno, e non più con scadenza 2019, sarà quindi raggiunto l'obiettivo di far scendere del 34% il numero di slot machine in circolazione, oggi oltre 378 mila. Il percorso sarà in due tappe: entro la fine di quest'anno ci sarà un taglio del 15% a non più di 345 mila, mentre con il termine del 30 aprile 2018 le macchinette diminuiranno di un ulteriore 19% a 265 mila, raggiungendo l'obiettivo di un calo complessivo del 34%. Ad accelerare è anche l'addio agli studi di settore, previsto nel decreto fiscale collegato alla legge di bilancio. L'avvio dei sostituti, gli indici di affidabilità fiscale, era stato inserito in un ddl di iniziativa parlamentare che confluisce ora nella manovrina. Dall'anno di imposta 2017, quindi dal 2018, varranno i nuovi indicatori "tesi a verificare la normalità e la coerenza della gestione aziendale o professionale" e in grado di esprimere su una scala da 1 a 10 il grado di affidabilità fiscale riconosciuto a ciascun contribuente. Più alto sarà il valore, meno probabili saranno i controlli. Sul piano fiscale, arriva anche un alleggerimento delle sanzioni per in caso di incompletezza dei versamenti dovuti per l'emersione di capitali con la voluntary disclosure bis. Mentre, nonostante la bocciatura degli emendamenti in materia, il viceministro dell'Economia, Enrico Morando, non chiude all'ipotesi di una seconda ondata di rottamazione delle cartelle. "Non voglio dire mai - ha sottolineato di fronte alla richieste "fondate" arrivate da molti gruppi - ma non ora che si rischia il blocco delle procedure". Se insomma l'amministrazione dimostrerà di essere pienamente in grado di gestire l'enorme mole di lavoro legata all'operazione, il governo potrebbe valutare l'ipotesi di bissare. Le critiche arrivano infine dal M5S che, portando alla ribalta un emendamento a firma Pagano che estende le detrazioni per i finanziamenti pubblici ai partiti, denuncia "l'ennesimo regalo alla casta".

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