
PALERMO. A due mesi dalla chiusura dell’Aras, l’associazione che in Sicilia si occupava dei controlli negli allevamenti, nessun ente ha preso ancora il suo posto. Il risultato è che oltre 15 mila allevamenti siciliani sono entrati nella “zona rossa”, nel periodo cioè oltre il quale, senza certificazioni, vedranno deprezzare i propri animali e potrebbero perdere contributi europei.
Gli ultimi controlli in diversi casi risalgono a fine febbraio e il tempo massimo che per legge può intercorrere tra alcune tipologie di ispezione è di circa 80 giorni, dunque in scadenza. “È una situazione di stallo insostenibile – attacca Confagricoltura Sicilia guidata da Ettore Pottino – l’iscrizione genealogica va fatta ad esempio quando gli animali hanno pochi mesi. Bisogna subito ripristinare il sistema dei controlli, più tempo passa maggiori saranno i danni”.
L’ente che dovrebbe a giorni sostituire l’Aras è l’Aia, che opera a livello nazionale, con la quale l’assessorato guidato da Antonello Cracolici tratta da settimane per provare a salvare tutto il personale licenziato dall’Ars. In Finanziaria intanto una norma ha previsto il trasferimento dei circa novanta dipendenti dell’Aras rimasti presso l’Istituto zootecnico.
Al momento le verifiche sospese non sono quelle prettamente sanitarie ma sono i cosiddetti controlli funzionali, quelli cioè che consentono di certificare la qualità e la purezza dei capi, la quantità della produzione, il fatto che siano razze in estinzione o pregiate e soprattutto che siano autoctone. Tutte caratteristiche senza le quali gli allevamenti perdono di valore e rischiano la chiusura. Oggi intanto è attesa la prima udienza sul fallimento dell'Aras.
7 Commenti
Antonino Pipitò
17/05/2017 12:11
Mi fa piacere che i dipendenti sono ''salvi'' ma la domanda nasce spontanea : se i controlli non li fa nessuno e i dipendenti sono salvi e quindi regolarmente pagati..... si prendono lo stipendio per starsene a casa ?
Roberto
17/05/2017 12:45
Antonino.... Proprio così sembrerebbe. .tremendamente assurdo se sono salvi gli impiegati dovrebbe essere garantito il servizio è invece leggiamo dell' interruzione... Tutto indecifrabile e assurdo
Ivan
17/05/2017 13:41
Licenziamoli tutti
Marisa
16/06/2017 12:10
Ma quando mai... i dipendenti sono disoccupati a casa.... informatevi prima di parlare a vanvera.....
Mario
17/05/2017 13:35
I dipendenti ovviamente li salvano e li caricano a mamma regione, gli allevatori e le loro famiglie che fanno un lavoro durissimo, sacrificato e rischiano come tutti gli imprenditori possono crepare. Complimenti!!
Pippo
17/05/2017 14:15
i classici siciliani , senza conoscere i fatti danno giudizi . A parte che i dipendenti sono licenziati dal 2/marzo 2017 e senza stipendio da luglio 2017.
Alberto
17/05/2017 16:05
Luglio 2017 ???
Liberi
17/05/2017 14:24
La sicilia fallita
Pippo
17/05/2017 18:31
leggasi 2016
roberto
17/05/2017 21:32
cioè prima chiudono un ente e poi non si sa come garantire il servizio che espletava? cose da pazzi
Manfredi Scimonelli
18/05/2017 06:51
Ricordiamo e non dimentichiamo quando andremo a votare per le elezioni regionali. Vergogna!
carmelo
18/05/2017 09:11
Cracolici scuta a mia , statti a casa chi stai facennu dannu a tutta Sicilia nni videmu a Novembre !!!!
Dario DAREK
18/05/2017 14:01
Solo carni straniere.