
PALERMO. La Sicilia è la seconda regione del Sud Italia per numero di imprese con titolare cinese, dietro la Campania. Ma se a Milano grandi gruppi economici e finanziari della Cina acquistano l’Inter e il Milan, sull’Isola gli imprenditori orientali si limitano al momento per lo più ad aprire piccoli negozi o ristoranti. Niente grandi investimenti né enormi movimenti di capitali.
Eppure in una situazione asfittica come quella della Sicilia anche l’apporto delle piccole imprese straniere può avere delle conseguenze positive sull’economia locale e sull’occupazione. Intanto, nei giorni scorsi ha visitato Palermo Hu Kun, amministratore delegato per l'Europa di Zte Corporation, che a breve aprirà 15 uffici in Italia, di cui uno in Sicilia, e interessato ad alcuni progetti per la città.
Secondo i dati di InfoCamere-Unioncamere e Movimprese sulle ditte individuali, in Sicilia sono presenti 2.245 imprese con titolare cinese (dati al 31 dicembre 2016), numero sostanzialmente stabile rispetto al 2011 quando erano 2.234, mentre la crescita più consistente si era verificata nei primi anni Duemila. In questi cinque anni, invece, il boom si è avuto in Campania che aveva meno imprese cinesi della Sicilia (erano 2.176) e ora ne conta 3.170. Seguono la Puglia con 1.376 ditte (erano 1.163 nel 2011), la Sardegna con 745 (erano 711), la Calabria con 656 (erano 652), la Basilicata con 115 (erano 102) e, infine, il Molise con 65 imprese cinesi (erano 58 nel 2011).
Per quanto riguarda i settori in cui i cinesi investono e aprono le proprie aziende in Sicilia quello più gettonato è il commercio, comparto in cui questa popolazione è fortemente vocata, con il 2.051 imprese (il 91%). Poi ci sono 126 imprese non classificate, 40 sono le attività dei servizi di alloggio e ristorazione, 8 imprese nei servizi vari, 4 sono presenti rispettivamente in agricoltura, manifatturiero, costruzioni e servizi a persone e imprese, una impresa rispettivamente nei settori di trasporto, assicurazioni, attività professionali e attività ricreative.
Geograficamente il maggior numero di imprese si concentra nelle province dove sono presenti le grandi città: a Catania sono 686, a Palermo 534 e a Messina 213. Seguono Agrigento (187), Trapani (175), Ragusa (167), Siracusa (156), Caltanissetta (88) ed Enna (39).
«La presenza di imprese cinesi e, in generale, straniere in Sicilia – afferma Fabio Mazzola, professore ordinario di Politica economica all’Università degli studi di Palermo – non è un fattore negativo, soprattutto in una regione in difficoltà come la nostra. Le imprese cinesi, infatti, difficilmente hanno prodotti che spiazzano gli imprenditori locali ma, ad esempio nel settore della ristorazione, diversificano l’offerta creando a volte anche un vantaggio per i consumatori che hanno più scelta. Certo non si tratta di un fenomeno che può permettere alla Sicilia di fare grandi progressi nell’economia ma queste realtà, nel loro piccolo, a volte assumono anche manodopera locale, creando un po’ di occupazione».
La presenza cinese in Sicilia, quindi, non è da vedere in maniera negativa anche se l’auspicio sarebbe quello di attrarre investimenti che creino davvero sviluppo. «Purtroppo quello dipende da tanti fattori – spiega Mazzola – I capitali si attraggono con politiche adeguate che rendano conveniente investire in un territorio. In Sicilia non c’è stata una strategia in tale direzione a differenza della Puglia dove, invece, hanno investito molti stranieri nell’industria e nell’energia grazie a piani di sviluppo adeguati, alla creazione di agenzie ad hoc e all’uso dei fondi per questo scopo. I cinesi stanno investendo moltissimo in Africa nei settori come quello dell’auto e delle tecnologie. In questi casi diventa fondamentale il rapporto tra governi, considerando che le imprese cinesi sono sempre supportate dalle proprie istituzioni».
10 Commenti
Franz
02/05/2017 07:28
guardacaso la più grande concentrazione di imprese cinesi si trovano in Sicilia e Campania. Non è una pura coincidenza, al sud loro trovano terreno fertile per le loro attività poco chiare. Considerando anche che molti di loro non sono conosciuti al fisco perché non pagano tasse e tutti i lavoratori pagati in nero stanno in negozi o presso le aziende più di 12 ore giornaliere.
Luigi
02/05/2017 08:53
Franz, l'articolo paragona soltanto le regioni del sud. Al nord Italia le imprese cinesi prosperano forse il triplo rispetto al sud. Forse perché le attività poco chiare, vedi per esempio i centri massaggi (vere e proprie case di prostituzione), di cui parli tu sono maggiormente tollerate? Il vero terreno fertile lo trovano al nord! Non diamo sempre la colpa alla Sicilia e al meridione.
giovanni
02/05/2017 11:09
Leggete gli articoli cavolo leggeteli, si sta parlando solo del sud italia. Al nord le attività cinesi sono forse il triplo o il quadruplo. Prato ad esempio oramai è stata ribattezzata PLATO per quante attività cinesi esistono
Luigino
02/05/2017 11:38
Non c'è da gioire per questo fatto. A fronte dei nuovi arrivati, hanno chiuso per contro decine di migliaia di nostri piccoli imprenditori e commercianti. Le statistiche parlano chiaro. Cosa portano i cinesi? Merci di buona qualità a basso prezzo? NO. Creano lavoro per noi? Quando mostrano le aziende di PLATO, vedo tutta gente non italiana, che oltre alle condizioni pessime in cui vive, viene sfruttata per un piatto di lenticchie. Pagano le tasse? Ho letto di un dato 2011 che afferma che l'Italia è il paese in Europa con la più alta percentuale di evasione fiscale cinese (89%). Spero che le cose siano migliorate da quella data ma non si creda che i ricavi rimangano in Italia. La "banche" o pseudo tali che trasferiscono fondi all'estero, esistono e lavorano a pieno regime, aggirando anche le nostre leggi. Dopo aver "conquistato" il nord, ora c'è il sud e poi ci sarà l'Africa, cosa che già stanno facendo le loro grandi imprese. Cosa c'è da gioire?
MOA-BON
02/05/2017 07:48
Vorrei conoscere le fonti socio-economiche da cui si deduce che il commercio (nero) cinese e la mano d'opera impiegata (cinese) portano vantaggi alla sicilia ed ai commercianti isolani, che affrontano una concorrenza sleale con prodotti nocivi. Un cinese, medico laureatosi a Catania, mi confessò che per avere il prodotto da me richiesto dovevo andare in Cina, dove i prodotti buoni e non nocivi ci sono, ma costano parecchio. Ergo...?!
Chadli Alo.
02/05/2017 08:21
Quando si parla di "immigrati che ci pagano la pensione", molti ripetono questa frase a pappagallo convinti che siano i presunti profughi a pagarci la pensione, ma in realtà il riferimento è proprio a chi, come i cinesi, viene qui per aprire attività e paga le tasse. Loro si che ci pagano la pensione.
GIOVANNI
02/05/2017 10:20
SU QUESTO ARGOMENTO CE MOLTA CONFUSIONE: LE AZIENDE CHE CHIAMANO AZIENDE NON SONO ALTRO CHE NEGOZI APERTI CON MANODOPERA DUBBIA IN NERO O PSGATI A LIVELLO MENTALITA DA EVASORI. POI NOI PURTROPPO,SIAMO ABBAGLIATI DAI PRODOTTI CINESI A BUON MERCATO MA CHE LASCIANO A DESIDERARE PER LA SICUREZZA E AFFIDABILITA. I SOLDI CHE INCASSANO,NON CERTO LI INVESTONO IN ITALIA,MA ESPORTANO I LORO PROVENTI IN CINA. IL NEGOZIO E UNA FONTEDI GUADAGNO PER LORO E NON PER SVILUPPO IN ITALIA O AL SUD. INFATTI SE CHIUDE UN NEGOZIO CINESE COSA TI LASCIA NULLA,SOLO LE TASSE CHE PAGA PER IL NEGOZIO COME TANTI DI QUELLI ITALIANI. CHE POI PAGANO LE PENSIONI AGLI ITALIANI,FORSE IL GOVERNO TRAE VANTAGGI PER LE PENSIONI SOCIALI E NON PER I LAVORATORI CHE HANNO PAGATO I LORO CONTRIBUTI PER 40 ANNI. NON FATEVI ILLUDERE DALLE CAZZATE CHE CI DICONO. L ITALIA E SULL ORLO DEL FALLIMENTO E POCO CI VUOLE ALTRO CHE IMPRESE CINESE,QUI CI VUOLE CHE IL GOVERNO CREI LAVORO PER ILSUO POPOLO O FAREMO LA FINE DEL TOPO E TERRA DI CONQUISTA DI TUTTI
Giuseppe
02/05/2017 08:29
Da dove vengono questi soldi?
alessio
02/05/2017 08:57
Una cosa emerge , lavorano e non danno fastidio a nessuno, la miglior comunità di stranieri in Italia.
Antonino Pipitò
02/05/2017 12:11
e procurano un sacco di clienti ai dermatologi, una vera manna dal cielo.
Nino 48
02/05/2017 12:27
Non ci sono dubbi che fanno affari , non facendo gli scontrini e dando lavoro in nero .
Claudio
02/05/2017 17:28
Nino 48 - Hanno imparato subito dagli imprenditori locali
GIOVANNI
03/05/2017 08:26
infatti fanno i loro interessi e non gli interessi in cui vivono quindi sta ricchezza che creano e tutta una illusione di un popolo di illusi.
Paolo
02/05/2017 13:18
Vestiti di prima qualità e a basso prezzo sono un cliente fisso.
gabriele
02/05/2017 14:15
Mi piace che poi che i candidati a sindaco durante i loro slogan dicono che i negozi in centro hanno chiuso per la ZTL. PER ZH no per la ZTL.
In effetti
02/05/2017 18:19
Anche, anzi, soprattutto.
paolo
02/05/2017 15:58
I cinesi sono in Italia perché con la crisi gi italiani hanno svenduto tutto, negozi, imprese ecc ecc. Il governo cinese da soldi a chi vuole investire all'estero, l'Italia è in fallimento per colpa di chi ci governa da anni
MoaBon
03/05/2017 08:54
SIG. PAOLO, la vendita di attività ai cinesi è cominciata almeno 20 anni addietro grazie alle allettanti offerte fatte a chi per età era già stanco, chi scrive ne sa qualcosa. Per quanto riguarda la qualità, Lei sarà di bocca buona, ma sono affari suoi. Però non dica fregnacce perché nel negozio a me vicino la poca Merce Italiana la vendono a prezzi normali e non concorrenziali.-
Pacocico
03/05/2017 06:55
Su 16 commenti si nota quanta ignoranza e pressappochismo esista dalle nostre parti. Non lamentiamoci se la Sicilia è sempre il fanalino di coda tra le regioni italiane. Studiate e siate meno populisti di infima lega!
Antonino Pipitò
03/05/2017 10:26
ma lo sai cosa significa il termine populista ? zecca lobotomizzata ?
Luigino
03/05/2017 13:57
Chiederei al signor Pacocico di ARGOMENTARE le sue affermazioni anzichè parlare a vanvera di populismi.
Paolo
03/05/2017 15:38
W. La Cina....