ROMA. «Si è diffusa, anche per responsabilità di qualche sindacato che si è mosso in modo poco trasparente, l’idea, sbagliata, che Alitalia possa essere nazionalizzata e che ci siano i contribuenti a saldare i conti. E invece non può accadere per due motivi: le regole europee non lo consentono; il governo e i cittadini non lo vogliono. Su questo siamo stati chiari dall’inizio». Così il ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda in un’intervista al Corriere della Sera sul 'no' dei lavoratori al pre-accordo per il salvataggio della compagnia aerea. La sua reazione, spiega, «è stata di grande rammarico e stupore», perché «l'accordo era indispensabile per avere quasi un miliardo di nuova finanza dagli investitori, fondamentale per il rilancio di Alitalia, oltre ad un altro miliardo di conversione di prestiti in equity». «Nessuno più di me è stato chiaro sulle responsabilità del management. Il piano però rappresentava un percorso, difficile ma praticabile», sottolinea il ministro. Nel caso in cui Alitalia chieda l’amministrazione straordinaria al governo, precisa Calenda, «il governo nominerà uno o più commissari, come previsto dalla legge, che avranno 6 mesi per portare avanti il processo di cessione degli asset in modo ordinato senza danneggiare i viaggiatori e la mobilità. Perché oggi per noi queste sono le priorità: non creare disservizi per i viaggiatori e ridurre al minimo i costi per i contribuenti". Quanto a un prestito ponte il governo concederà "il minimo indispensabile per completare il processo". Calenda esclude che «lo Stato possa mettere le risorse che erano disposti a mettere gli azionisti privati». «Il nuovo commissario deve assicurare la continuità dell’azienda e poi trovare un acquirente per Alitalia che sappia gestirla». E’ quanto ha spiegato, secondo una nota della trasmissione, il ministro dello Sviluppo economico, Carlo Calenda precisando che per la continuità: "l'unica cosa sarà avere un prestito ponte dallo Stato, intorno ai 300, 400 milioni per assicurare sei mesi di gestione". Alla domanda su Lufthansa che sembra molto interessata a comprare Alitalia, Calenda risponde: «lo spero» e poi precisa: «sarebbe interessante da esplorare». In un colloquio col Messaggero, il ministro ribadisce che l'esecutivo non tornerà sui suoi passi: «Non spenderemo altri soldi dei contribuenti. Non ci sarà la nazionalizzazione, né un periodo lungo di amministrazione straordinaria». Semmai, nota, chiederemo «all’Unione europea per un periodo di tempo limitato il via libera a un aiuto pubblico per un orizzonte di 6 mesi, a condizioni molto precise che negozieremo sotto forma di prestito».