
PALERMO. Oltre 15 mila allevamenti siciliani rischiano il tracollo. Nell’Isola da quasi due mesi nessuno li controlla e rilascia le certificazioni previste: la conseguenza è che non solo le aziende stanno assistendo al deprezzamento dei proprio animali, ma temono ora di perdere anche i contributi europei.
Dei controlli se ne occupava un’associazione regionale, l’Aras, che a inizio marzo è fallita dopo una lunga crisi. L’ente che dovrebbe sostituirla, l’Aia che opera a livello nazionale, non è ancora entrata in azione e continua a trattare con la Regione su risorse da trasferire e personale licenziato dall’Aras da assorbire. Le verifiche sospese non sono quelle prettamente sanitarie ma sono i cosiddetti controlli funzionali, quelli, per intenderci, che consentono di certificare la qualità e la purezza dei capi, la quantità della produzione, il fatto che siano razze in estinzione o pregiate e soprattutto che siano autoctone.
L’assenza di controlli per il settore rappresenta un danno enorme: senza le certificazioni gli allevamenti non possono ottenere contributi dall’Unione europea, e se vendono un animale subiscono un deprezzamento. Lo stesso prodotto perde valore nella vendita al dettaglio.
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4 Commenti
Antonino
16/04/2017 13:34
E su possono preparare ad avere migliaia di azioni di risarcimento se non si affrettano a risolvere il problema
tio pepe
16/04/2017 18:12
ANIMALI allo sbaraglio.
Francesco
16/04/2017 23:06
Evviva la burocrazia Siciliana
Dario
17/04/2017 19:10
Fanno bene che tolgono i contributi per gli animali c'e' gente che si e arricchita con contributi e certificazioni anomali dico (anomali) qui mi fermo e non commento più.
Francesco
18/04/2017 11:06
Dario tu che lavoro fai? Sai che gli allevatori senza i contributi Ue non sarebbe in grado neanche di pagare le tasse? Di comprarsi il pane e di tenere un'azienda per SOPRAVVIVERE?!?!? si è vero dipendiamo dalla comunità europea ma no perché siamo dei nulla facenti ma perché il nostro lavoro non viene valutato come dovrebbe e tantomeno il nostro prodotto