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Controlli sospesi negli allevamenti in Sicilia: contributi Ue a rischio

PALERMO. Oltre 15 mila allevamenti siciliani rischiano il tracollo. Nell’Isola da quasi due mesi nessuno li controlla e rilascia le certificazioni previste: la conseguenza è che non solo le aziende stanno assistendo al deprezzamento dei proprio animali, ma temono ora di perdere anche i contributi europei.

Dei controlli se ne occupava un’associazione regionale, l’Aras, che a inizio marzo è fallita dopo una lunga crisi. L’ente che dovrebbe sostituirla, l’Aia che opera a livello nazionale, non è ancora entrata in azione e continua a trattare con la Regione su risorse da trasferire e personale licenziato dall’Aras da assorbire. Le verifiche sospese non sono quelle prettamente sanitarie ma sono i cosiddetti controlli funzionali, quelli, per intenderci, che consentono di certificare la qualità e la purezza dei capi, la quantità della produzione, il fatto che siano razze in estinzione o pregiate e soprattutto che siano autoctone.

L’assenza di controlli per il settore rappresenta un danno enorme: senza le certificazioni gli allevamenti non possono ottenere contributi dall’Unione europea, e se vendono un animale subiscono un deprezzamento. Lo stesso prodotto perde valore nella vendita al dettaglio.

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