PALERMO. Niente più gare d'appalto in Sicilia nel settore delle costruzioni e delle infrastrutture. Più di un miliardo di euro perso rispetto al 2007. Oltre centomila posti di lavoro persi e migliaia di imprese chiuse.
E' drammatica la situazione illustrata ieri a Caltanissetta dal Comitato di presidente dell'Ance Sicilia che ha deciso quindi di rivolgersi direttamente al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, affinché intervenga per l’urgente ripristino delle normali condizioni di gestione della collettività da parte delle istituzioni democratiche.
L'Ance ha stigmatizzato il comportamento della classe politica e della burocrazia regionali e ha deciso di convocare la Consulta regionale delle costruzioni (che comprende tutte le associazioni degli imprenditori e dei professionisti e i sindacati) per lanciare l'estremo appello.
"Se da un lato - scrive l'Ance in una nota - in Sicilia non si bandiscono più gare d’appalto lasciando il settore all’agonia cui è stato condannato dal 2007, con una perdita di oltre centomila posti di lavoro e la chiusura di migliaia di imprese, dall’altro lato la Regione sembra confermare anche nella Finanziaria in via di approvazione all’Ars la tendenza, costante negli ultimi anni, di aumentare le spese correnti e improduttive e di dirottare risorse economiche dalle voci dello sviluppo verso quelle degli stipendifici e delle clientele elettorali".
Una lunga serie di storni - non ultimo quello dei fondi Fas spesi lo scorso anno per stipendi invece che per infrastrutture - evidentemente commisurabili al reato di distrazione di fondi, perpetrata con indifferenza, spregio dei tanti siciliani onesti che soffrono per la mancanza di lavoro e con una arroganza tale da mai temere di suscitare l’attenzione delle autorità competenti.
La denuncia dell’Ance Sicilia parte dall’Osservatorio sui bandi di gara pubblicati sulla Gazzetta ufficiale della Regione. Nel 2016 sono state bandite appena 96 gare d’appalto per 142 milioni di euro. Si registra un crollo del 56,36% rispetto alle 220 gare del 2015, nonché del 48,35% rispetto ai 275,7 milioni di euro offerti al mercato delle opere pubbliche nell'anno precedente.
Le province più colpite dalla paralisi sono state Siracusa (-85,71% di gare e - 7,11% di importi), Caltanissetta (-84,62% di gare e -75,12% di importi), Palermo (-54,39% di gare e -57,24% di importi) e Catania (-53,13% di gare e -56,80% di importi).
Ma il confronto con l’inizio della crisi è emblematico del danno arrecato al settore delle costruzioni dalla classe politica e burocratica: rispetto al 2007 risulta -92,25% per numero di gare (erano state 1.238) e -88,79% per importi (1 miliardo e 269 milioni di euro).
Tradotto in cifre, il comparto siciliano delle infrastrutture nel 2016 ha ricevuto 1.142 gare in meno per una perdita di 1 miliardo e 142 milioni di euro rispetto al 2007.
Quanto al numero di bandi nei confronti del 2015, ad incidere maggiormente sulla loro contrazione sono stati gli Iacp (-80%), la Protezione civile (- 66,67%), gli enti locali (-64,34%), le Province regionali (-40%), le Asp (- 16,67%), l’Amap (-12,50%).
“Questi numeri disastrosi si commentano da soli – dichiara Santo Cutrone, presidente dell’Ance Sicilia - . Mi chiedo con che faccia questi politici possano pensare di ripresentarsi al giudizio dell’elettorato illudendosi di imbrogliarli ancora una volta con qualche promessa o spolverata di provvedimenti-elemosina, come i pochi fondi fatti ventilare con i Patti per il Sud e che chissà quando si vedranno all’orizzonte".
Persone:
15 Commenti
Ex elettore pd il capostipite
12/04/2017 09:13
Gli appalti in Sicilia o si scrivono ad uso e consumo di chi deve vincere amico degli amici oppure non se ne fanno mi pare così semplice
emilio
12/04/2017 09:20
Tutto vero e frutto della gestione assurda del personale, che negli enti es Avola vede il personale in sovranumero (frutto di assunzioni senza criterio) e gli uffici sopratutto quelli tecnici sprovvisti del personale competente a preparare progetti seri utili e gestibili in fase di esecuzione, alla luce della normativa sempre più complessa, entro la quale non hai mai la sicurezza di muoverti nella legalità.
Zoom
12/04/2017 09:48
Fino a quando continuerete ad eleggere questa classe politica non cambiera' mai nulla.
achille
12/04/2017 11:38
@Zoom anche se cambia la classe politica.....non cambierà mai niente.Chi subentra sa già' come funziona.E come diceva mia Nonna a mio Nonno......Pippinu comu ta fazzu a cucuzza....falla comu voi sempri cucuzza eh........Saluti.
Pinuzzo
12/04/2017 12:57
Achille questa rassegnazione e' veramente fastidiosa...prima si votano i politici piu' incapaci e corrotti,magari mafiosi per avere un tornaconto e poi si dice che non potra' mai cambiare niente...ridicolo!!
francesco
12/04/2017 11:47
Non è vero o meglio ancora non è senpre vero quello che tu affermi. Capisco che on passato è stato così. Ma stiamo parlando di almeno 20 anni fa dove le gare erano almeno 100 volte in numero ed importi più grandi di ora. Ti scrive chi ha 40 anni di esperienza nel settore. Oggi maggiore burocrazia fine a se stessa e minore competenza anche da parte delle imprese hanno ucciso il settore. La classe politica e burocratica non ha più interesse perché tangenti da prendere non ne ha più. Quindi non traiamo facili e gratuite deduzioni per favore!!!
Pietro
12/04/2017 12:36
Dove è finito il progetto dell'Acquario....sarebbe stata manna dal cielo per una città come Palermo in cui confluiscono migliaia di crocieristi l'anno....!!!
paolo 64
12/04/2017 13:52
Pietro fra un po' dentro l'acquario i turisti troveranno i Palermitani.
paolo 64
12/04/2017 14:07
Continuiamo a fare leggi sugli appalti ogni due giorni con la presunzione di combattere la corruzione, vedrete che non lavorerà piu' nessuno. Lavorare è diventato impossibile per le imprese e per gli operatori pubblici, che mentre stanno esaminando un progetto per dare i pareri cambia la legge in corso d'opera e bisogna ricominciare l'istruttoria. La paura di sbagliare paralizza gli operatori del settore , prima esisteva una legge ( Regolamento lavori pubblici n. 350 fine 800 ) fino agli anni 80 con questo regolamento venivano eseguite opere pubbliche in tutta la sicilia, l'edilizia e le infrastrutture erano settori trainanti per l'economia siciliana. Lavorava anche il fioraio per inaugurare le nuove case, i nuovi ponti. Oggi chi lavora di piu' sono gli avvocati per sbrogliare il contenzioso che si crea tra operatore e pubblica amministrazione . Diceva mio nonno fatta la legge nasce l'inganno, la corruzione per chi è corruttibile si puo' limitare ma non si puo' sconfiggere. E' inutile cambiare il nome alle celle dei carceri, ai carcerati stessi perchè uno che ha la predisposizione a delinquere lo farà a presindere.
W la giustizia
12/04/2017 15:29
L'Ance ha ragione. Non capisco però perchè non denuncia gli appalti concessi alle Società In House dei grandi Comuni e Province senza nessuna evidenza pubblica, senza collaudo, e senza lavori eseguiti a regolarmente d'arte. (Tipo alla Provincia di Catania). Nessun Ufficio Tecnico pubblico ha personale che è mai stato formato per redigere progetti finanziabili con bandi europei. E sapete perchè ? Perché così si possono dare incarichi agli amici profession isti esterni. Ora anche Cantone ha legittimato ciò nell'ultimo codice dei lavori pubblici. Conclusione: progetti per ml di euro pronti ma fermi in attesa di essere rimodulati alle continue variazioni legislative quasi sempre incomprensibili, ma appalti zero. Strade scuole in dissesto, in attesa di bandi e imprese europee che non verranno mai ad operare in Sicilia. Amen
wa1p@frontier.com
12/04/2017 16:32
Gli appalti ci sono , pero' sono truccati per ,motivo di tangenti.
paolo 64
12/04/2017 18:49
Perchè bisogna sempre portare tutto alle tangenti, esistono imprese oneste e dipendenti pubblici onesti, chi parla in questo modo è un ignorante e qualunquista, che spara a zero perche non saneanche di cosa sta parlando, è come dire al parlamento sono tutti ladri, perchè allora li votate, eliminiamolo .
non voo gelarda alongi per strada
12/04/2017 18:51
Designamo appalti puliti ma li vogliamo
Peppe mix....!
12/04/2017 21:08
La Sicilia non interessa più a nessuno !!
Peppe mix....!
12/04/2017 21:14
Giorni fa.....È venuto a mancare il mio caro nonno con tante legislature viste mi diceva caro nipote pensano a se stessi è riempirsi le tasche proprie.......purtroppo a malincuore l Italia non è più degli italiani l Italia è per coloro che vengono dall estero perché vuoi si può coltivare meglio l italiano e scaltro è non gli conviene più ad averlo nei piedi!!!!!
GIOVANNI
13/04/2017 08:15
NON SI COSTRUISCONO PIU CASE PERCHE LE TASSE SONO ALLE STELLE SIA PER CHI VENDE E SIA PER CHI COMPRA, ANCHE IN CONSIDERAZIONE CHE GIRANO POCHI DENARI,SIA PER VIA DEGLI STIPENDTI DA SOPRACVVIVENZA,LO STATO E SEMPRE ALLA RICERCA DI DENARO DA TASSARE PER MANTENERE IL LORO TENORE DI VITA.IL LORO STIPENDIO DA 30 MILA EURO AL MESE NON LO DIMINUISCONO. ANZI DIMINUISCONO QUELLI DEL POPOLO . POI GLI APPALTI PUBBLICI NON SI FANNO PERCHE SOLDI DI SPERPERARE NON CE NE SONO E POI SE CE NE QUALCUNOI,NON SI SA CHI DEVE RUBARE PER PRIMO....ED ALLORA,NIENTE APPALTI. QUINDI TUTTI DISOCCUPATI.
paolo 64
13/04/2017 14:48
Sui lavori pubblici solo il 60 % circa dell'importo finanziato sono destinati ai lavori, il resto sono somme a disposizione dell'amministrazione . per esempio:- -Progettazione- -direzione dei lavori- Responsabile unico del procedimento - responsabile per la sicurezza in fase di progettazione - responsabile per la sicurezza in fase di esecuzione - Collaudatore statico - collaudatore tecnico amministrativo e/o commissione . .- imprevisti- Possibile che per un appalto di 1 miliardo di euro per i lavori se ne utilizzano 600 milioni? Bisogna rivedere tutto il sistema degli appalti e dei costi effettivi, ridimenzionado i compenzi ai professionisti e arrivare come nella sanità a costi unici in tutta italia come le siringhe. Bisogna sfatare il fatto che si richiede ai professionisti , senza sganciare una lira preventiva, , per indagini, sopralluoghi, e quanto serva , di fare un pregetto esecutivo. Un progetto esecutivo con la presunzione che non possa nascere una variante non esiste, specialmente su ristrutturazioni di edifici, realizzazioni di opere pubbliche , quali demolizioni e ricostruzioni e che investono varie tipologie di siti e di sedimi, geologicamente sconosciuti per carenza di indagini attuali senza affidarsi a documentazione dell'ottocento o a vecchie tesi universitarie.