PALERMO. “Dobbiamo essere tutti coinvolti. Vi assicuro che vi sarò vicino. È assurdo che un ragazzo ad esempio non possa andare a scuola perchè non ci sono i soldi per la benzina. Se in una città, una regione, uno stato, ci sarà qualcuno considerato come uno zero, tutti gli altri saranno zero, sarà una sconfitta per tutti”. L'arcivescovo di Palermo, Corrado Lorefice, ha incontrato oggi una delegazione delle associazioni di disabili che stanno portando avanti la battaglia per garantire l'assistenza e i servizi richiesti dal settore. “Chissà quanti non conosciamo e hanno bisogno di trovare qualcuno che dia loro voce – dice Lorefice – è bello che parliate a nome di tutti, io alla mia comunità cristiana voglio dire che possiamo essere una presenza sul territorio che è capace di discernere tutti quei volti che rischiano di essere coperti. Quando mi trovo a dialogare con le istituzioni dico che per costruire una comunità, affinchè sia veramente umana, sia un luogo di relazioni, non c'è altra via dalla quale bisogna partire che quella di chi è più fragile e rischia di restare ai margini. Altrimenti è tutta la città che perde”. Tra i disabili anche i fratelli Gianluca e Alessio Pellegrino, che hanno consegnato un appello a Lorefice: “Ci permettiamo di parlarle con toni di decisa implorazione perché quella che stiamo portando avanti è una battaglia per la vertià e la giustizia. Ci continuano a prendere in giro. Ci continuano a trattare come se fossimo degli stupidi handicappati. Noi siamo handicappati, e usiamo questo sostantivo senza giri di parole, senza sostituirlo apposta con pietistiche locuzioni più leggere, ma sicuramente non siamo cretini. I suoi figli “più ultimi”, “più messi alla prova dalla vita”, le stiamo chiedendo aiuto. L'insegnamento di Gesù è proprio questo: sacrifica tutto per tutti. Noi stiamo dando il nostro esempio, stiamo lottando perché non si mercifichi il nostro dolore. A parte noi ci sono oltre 20.000 disabili che soffrono e la politica sta pensando di tamponare questa ignobile falla morale di anni di immobilismo e ignavia in un modo maldestro e senza alcuna logica, elargendo qualche provvidenza economica ad alcuni. Noi stiamo lottando per tutte le persone con disabilità in Sicilia, non per quelle 2000 frettolosamente “censite”, in questi giorni in fretta e furia, ma per tutti. Lo sappiamo che le stiamo chiedendo tanto. Lo sappiamo che “scendere in piazza” non è da vescovo. Ma crediamo nell'insegnamento di San Francesco, del servo di Dio Girolamo Savionarola, di Santa Caterina da Siena, perché l`imprudenza salva il mondo, mentre la quiete lo mantiene così com'è. Scenda con noi in piazza. Dia un segnale forte. Ci faccia sentire uniti e vicini. Dimostri alla politica, a tutta la politica che - così come dice Papa Francesco, la Chiesa è con noi e che crede che meritiamo amore”.