PALERMO. Il conto alla rovescia è iniziato. Nell’arco di sei mesi in Italia potrebbe entrare in vigore il reddito d’inclusione. Si tratta di una misura rivolta alle famiglie che dimostreranno di vivere in povertà o comunque in gravi difficoltà economiche. L’assegno sarà rivolto anche a stranieri, ma sarà fissato un periodo minimo di residenza in Italia.
Il Parlamento ha già dato il via libera alla legge, ora i dettagli della misura dovranno essere stabiliti dal governo entro sei mesi, poi un nuovo passaggio parlamentare. Possibile dunque che l’assegno possa essere richiesto dal 2018.
A stabilire se una famiglia ha diritto o meno al reddito d’inclusione sarà l’Isee. La soglia potrebbe essere fissata sui 3 mila euro ma non è ancora certo. Di sicuro saranno sostenuti i nuclei familiari con figli minori o con disabilità grave o con donne in stato di gravidanza accertata o con persone di età superiore a 55 anni in stato di disoccupazione.
In tutto il governo punta a 400 mila nuclei per circa 1,8 milioni di persone. A disposizione ci sono poco più di un miliardo di euro a cui si aggiungeranno altri 1,6 miliardi di fondi non spesi. Secondo il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, con le risorse stanziate, 2 miliardi per il 2017 e altrettanti per il 2018, "si potranno aiutare circa 4 milioni di italiani".
La somma sarà erogata tramite assegno o carta acquisti, è ancora da decidere. Anche sull’importo ci sono ancora alcuni dubbi da sciogliere. Trattandosi di reddito d’inclusione contro la povertà, probabile che il governo tenga conto di un parametro, quello della soglia di povertà assoluta, che però varia da 552 euro al Sud a 800 euro circa al Nord. In ogni caso, viste le poche risorse a disposizione, al momento potrebbero essere stanziati 480 euro massimo a famiglia.
In attesa che il governo nazionale attuerà la misura, resterà in vigore il Sia, un sostegno economico che prevede un assegno di 80 euro al mese a componente fino a un massimo di 400 euro mensili.
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