PALERMO. «Ancora una volta le vicende legate alla riscossione delle imposte in Sicilia diventano argomento di discussioni violente e controverse. Preferiamo non entrare nel merito delle singole questioni, pur rimarcando, come già detto in passato, che si è trasformata Riscossione Sicilia in strumento di lotta politica invece che pensare a come farla uscire dalle secche delle continue perdite che hanno provocato enormi danni ai siciliani, dato che quei costi ricadono su tutti i nostri cittadini». Lo hanno dichiarato unitariamente dai sindacati Ugl Credito, Fisac Cgil, Snalec Sinfub e Unisin.
«Riconfermiamo che il disastro operativo provocato dagli ultimi due anni di gestione è senza precedenti nella nostra storia, - aggiungono i sindacati - e che, soltanto grazie all’impegno costante dei dipendenti si è rimediato alla netta incapacità dei vertici aziendali. Ed è altrettanto noto che chi ha osato mettere in discussione l’operato dell’attuale vertice ha subito trasferimenti, procedimenti disciplinari, insulti».
«Quello che pare altrettanto chiaro - sostengono - è che qualcuno scientificamente sta cercando di sviare l’attenzione rispetto al vero problema della questione: se è opportuno e conveniente mantenere una società regionale per riscuotere le imposte, con le conseguenti ed inevitabili perdite milionarie a carico dei cittadini siciliani, oppure uniformare la gestione su tutto il territorio nazionale affidando il servizio a chi in questi anni ha investito in risorse e tecnologia e possiede il know-how necessario. Le lavoratrici ed i lavoratori di Riscossione Sicilia hanno le idee chiare ed avanzano una sola richiesta : che l’Assemblea Regionale Siciliana ed il Governo decidano, già nella prossima discussione della Finanziaria 2017, di far confluire le funzioni ed il personale della società nel costituendo Ente nazionale, sotto il controllo dell’Agenzia delle Entrate, unificando il servizio di riscossione su tutto il territorio italiano».
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