PALERMO. Dieci autisti soccorritori del 118 che erano stati licenziati perché inabili al lavoro o affetti da patologie più o meno gravi potrebbero restare al loro posto. Svolgeranno altre mansioni, saranno sistemati magari in ufficio o in altri settori, quel che è certo è che salvo imprevisti conserveranno il proprio posto di lavoro. La notizia è stata data in commissione Sanità all’Ars guidata da Pippo Digiacomo dove sono stati convocati i manager delle aziende, che sono soci della Seus.
Lo scorso anno una quarantina di autisti soccorritori della Seus, la società che gestisce il 118, erano stati dichiarati inabili, cioè a causa di varie patologie come malattie gravi o mal di schiena non potevano più guidare o sollevare le barelle. Il presidente della Seus, Gaetano Montalbano, era intervenuto e qualcuno dei dipendenti inabili era stato sistemato in ufficio o in altri ospedali. Per alcuni lavoratori però non era stata trovata altra sistemazione e a norma di legge era scattato il licenziamento, comunicato nei giorni scorsi ai primi cinque dipendenti ai quali se ne sarebbero aggiunto a breve altri cinque. Subito la politica era scesa in campo a tutela di un bacino che conta oltre 3 mila dipendenti.
E oggi la notizia: “I lavoratori sono salvi – dice Enzo Tango della Uil – saranno sistemati altrove e non perderanno il posto”. Se Montalbano aveva infatti seguito l'iter e fatto tutto quanto nelle sue facoltà, l'intervento dell'Ars ha spinto le aziende sanitarie, socie della Seus, a stipulare una convenzione per utilizzare il personale inabile.
Di Giacomo spiega infatti che "abbiamo chiesto ai direttori delle Asp, che sono i soci della Seus, se c'era la possibilità di stabilire delle convenzione per questi inabili che possono svolgere alcuni servizi comunque utili alle strutture. Sono stati così ricollocati i primi lavoratori, ora faremo in modo di stipulare un protocollo d'intesa che eviti in futuro queste situazioni di disagio e paura per i dipendenti". In realtà i manager dovranno ancora accertare la reale presenza di posti disponibili. Il pericolo del licenziamento, insomma, non è ancora scampato.
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