PALERMO. Obbligare gli enti di formazione ad assumere il personale licenziato è difficile, anche per legge si rischia di incappare in norme che violano i principi di libera concorrenza. Così l’ultima carta giocata da governo e soprattutto sindacati per tutelare migliaia di lavoratori licenziati in attesa dell’avvio dei nuovi corsi è quella di un accordo direttamente con gli enti, attraverso due delle associazioni più rappresentative, Forma e Cenfop. L’accordo prevede dunque di assumere il personale iscritto nell’albo unico del settore della Formazione ed è stato siglato coi sindacati Flc Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola, Snals Confsal. L’intesa arriva a coinvolgere una buona parte degli enti siciliani ad eccezione di tutta una serie di sigle che da poco si sono affacciate nel settore. Col sostegno dell’assessore Bruno Marziano i sindacati proveranno a sottoporre l’accordo anche a loro. In realtà però bisogna dire che queste associazioni di enti storici che hanno siglato l’accordo da sole includono un numero di dipendenti molto più grande di quelli in servizio negli enti che al momento non hanno sottoscritto l’accordo. Insomma, una buona fetta degli 8 mila lavoratori del settore dovrebbe essere tutelata. Ma cosa prevede l’accordo? Intanto gli enti si impegnano ad assumere il personale iscritto all’Albo e assicurano di ricorrere all’esterno solo nelle ipotesi di “oggettiva assenza o non disponibilità per rinuncia espressa o impegno in altre attività accertate”. Gli enti si impegnano anche a reclutare il personale tramite bando pubblico da inserire nelle pagine del sito internet del dipartimento della Formazione. La selezione sarà fatta in prima battuta solo tra il personale iscritto all’albo, quindi i bandi saranno in una prima fase “riservati”. Questo è un passaggio che fissa paletti ancora più rigidi nel reclutamento del personale storico che invece sin dalle prime battute fino ad oggi è entrato in competizione con candidati che non avevano alcuna esperienza e che spesso rischiavano di vincere grazie solo al titolo di studio. L’accordo chiarisce inoltre che l’assunzione deve avvenire nella sede dove il lavoratore ha la residenza. Solo dopo aver seguito tutte queste procedure si potrà aprire la selezione all’esterno. Violare queste indicazioni comporterà la perdita dei requisiti necessari a ottenere in finanziamenti e dunque gli enti dovranno rinunciare alle somme per organizzare i corsi. Una parte dell’accordo prevede anche misure di salvaguardia per gli enti che perderanno l’accreditamento, cioè l’autorizzazione a organizzare i corsi: in questi casi, per tutelare i lavoratori e le attività, sarà pubblicata una manifestazione d’interesse per assegnare attività e personale. Il personale sarà comunque inserito in delle liste di mobilità sulle quali sorveglieranno il governo regionale, i sindacati e gli enti stessi. Sindacati ed enti hanno poi un obiettivo: proporre corsi di aggiornamento ai formatori in modo da mettersi al passo coi tempi e con le nuove materie da insegnare e soprattutto per aiutarli a trovare lavoro anche al di fuori del sistema della formazione professionale. Sull'accordo rinterviene l'assessore regionale Bruno Marziano: «Esprimo la mia soddisfazione per l’accordo. Questo documento sancisce un impegno di tutti i soggetti a far si che tramite l’Avviso 8 possa essere regolamentato l’assorbimento dei lavoratori dell’albo, limitando le assunzioni esterne ai casi in cui non si trovino le professionalità. Il mio auspicio, adesso, è che in attesa che tale accordo diventi trilaterale sottoposto alla Regione, possa essere condiviso dalle altre sigle sindacali non firmatarie del CCNL, altre associazioni di enti, affinché emerga una condivisione nel territorio verso il superamento delle criticità nel mondo della formazione. In particolare, appunto, quelle che riguardano l’assorbimento dei lavoratori e la gestione dei nuovi avvisi. Confermo al mia disponibilità ad assumere tutte le iniziative necessarie e nei prossimi giorni convocherò tutte le parti per condividere il testo dell’accordo».