LONDRA. Un mercato enorme a qualche fermata di metropolitana da Piccadilly Circus, dove mangiare un cibo italiano "di nicchia" come può essere la pizza di Fresco a Napoli, il gelato di Badiani a Firenze, ma anche la carne di un grill argentino, o formaggi francesi e champagne bio.
Un mercato che non è solo un mercato, ma una comunità. E' il "Mercato Metropolitano": uno spazio nuovo, nel quartiere non ancora "gentrificato" di Elephant and Castle a forte connotazione nera ed asiatica dove le piccole case basse stanno lasciando il posto alle ruspe che sulle loro ceneri alzeranno nuovi palazzi i cui appartamenti verranno venduti a peso d'oro.
Questo "Mercato non solo mercato", definito nei giorni scorsi uno dei cinque migliori della capitale britannica da una classifica del Financial Times, è diventato un fenomeno di costume a Londra. Da settembre ad oggi vi si sono dati appuntamento ogni mese in centocinquantamila.
Dopo aver lasciato Milano con la fine dell'Expo, il Mercato Metropolitano è approdato lo scorso settembre a Londra, dove è già una storia di successo per il suo essere occasione di inclusione sociale e umana attraverso cibo e bevande di qualità e tradizionalmente non commerciato in maniera estensiva, venduti al prezzo più giusto possibile, consumati a un passo da dove vengono cucinati in una atmosfera di comunità e di scambio.
Il "Patron" del Mercato metropolitano è Andrea Rasca, un economista milanese cinquantenne "malato" di cibo da quando era bimbo.
Dopo aver aperto a Tokyo Eataly per Farinetti "raggiungendo il break even al primo mese", Rasca capisce che nel Sol Levante, ma anche nel resto del mondo, "il food italiano è certamente amato ma non strutturato. Perchè - ragiona - per trasmetterne il valore non basta farlo assaggiare o metterlo sullo scaffale. Il nostro cibo lo devi fare vivere, e devi fare apprezzare il piccolo grande miracolo che c'è dietro ogni nostro prodotto, che è artigianale, di qualità, e può essere strumento di inclusione, di condivisione, di socialità, di quella sostenibilità che era alla base dell'Expo di Milano".
Ed è proprio all'Expo che nasce il 'concept' del Mercato Metropolitano.Uno spazio commerciale in cui si trovano prodotti diversi da quelli della grande distribuzione e dove, intorno al cibo di qualità, costruire relazioni sociali, comunità.
Il tutto è molto a base familiare: come "Prezzemolo e Vitale", che al Mercato Metropolitano ha aperto una dependance del supermercato di famiglia di Palermo, con gli stessi prodotti e la stessa qualità che si trova sui loro scaffali nel capoluogo siciliano.
"Il progetto va benissimo, la gente è interessata alle nostre ricotte salate, ai nostri sughi", dice Salvo Prezzemolo, 24 anni, che si divide tra Palermo e Londra. E se c'è chi riempie il carrello al supermercato e se ne va, c'è chi resta: mangia una pizza fatta col forno a legna da Fresco, storica pizzeria della Riviera di Chiaia a Napoli; oppure un'arancina ed il pane e panelle preparato nella sua Ape Piaggio convertita in friggitoria siciliana dal marsalese Girolamo, che con la coppola in testa offre anche ottimi cannoli e cassatine accompagnati da un generoso goccio di Marsala superiore.
Ma c'è il grill della salsiccia all'italiana, il banco del tiramisù "fatto con i biscotti Gentilini", rivendica orgoglioso il testaccino Gianluca, quello del gelato fiorentino, quello dei salumi umbri e quello del riso della Lomellina.
E non manca lo spazio per l'alta cucina: un'enoteca con oltre 120 etichette tutte italiane e tutte di piccoli produttori dove si servono i piatti gourmet dello chef calabrese Francesco Mazzei, da anni una celebrità a Londra.
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