ROMA. Triplicano in un mese gli aumenti dei prezzi del cosiddetto carrello della spesa. L'Istat rileva infatti per i beni alimentari, per la cura della casa e della persona rincari dei prezzi dell'1,1% a gennaio su base mensile e dell'1,9% su base annua (era +0,6% a dicembre).
Si impennano i prezzi dell'ortofrutta a gennaio, con aumenti del 20,4% su base annua per i vegetali freschi e del 7,3% per la frutta fresca. Anche rispetto a dicembre ci sono rincari, rispettivamente del 14,6% e dello 0,9%.
Questi aumenti congiunturali, spiega l'Istat, «confrontandosi con le riduzioni dei prezzi registrate a gennaio 2016 (rispettivamente -2,0% e -1,6%), determinano, su base annua, accelerazioni della crescita particolarmente marcate».
Aumenti ancora più consistenti toccano i prezzi dei prodotti ad alta frequenza di acquisto che salgono dello 0,9% in termini congiunturali e registrano una crescita su base annua del 2,2%, dall'1% del mese precedente.
«Il rialzo dell'inflazione all'1% significa, per una coppia con due figli, la classica famiglia italiana, avere una maggior spesa annua di 380 euro. Una cifra che non tutti possono permettersi di sborsare». Lo afferma il presidente dell'Unione Nazionale Consumatori, Massimiliano Dona, commentando i dati Istat.
Secondo i calcoli dell'associazione, per la famiglia media dell'Istat (2,4 componenti), l'inflazione all'1% significa un aumento del costo della vita di 300 euro nei dodici mesi. Per un coppia con un figlio la maggior spesa è pari a 257 euro, 197 per un pensionato con più di 65 anni, 201 euro per un single con meno di 35 anni, 291 euro per una coppia senza figli con meno di 35 anni.
L'Unc ha poi stilato la classifica delle città più care d'Italia a partire da Bolzano, dove l'inflazione del 2,1% si traduce in una stangata per una famiglia di 4 persone, pari a 1.136 euro su base annua. Segue Trieste, dove l'inflazione del 2,2% determina un aumento del costo della vita pari a 886 euro e Milano, dove il rialzo dei prezzi dell'1,4% comporta una maggior spesa annua di 719 euro.
Con l'inflazione all'1%, le ricadute sui prezzi ammonteranno a +296 euro annui a famiglia, di cui 106,4 Euro solo nel settore alimentare. È la stima di Federconsumatori e Adusbef dopo i dati definitivi dell'Istat sull'inflazione di gennaio.
Le due associazioni ricordano le denunce da loro giù lanciate in merito agli aumenti di ortofrutta, carburanti (che incidono in maniera determinante sui prezzi dal momento che i beni di consumo sono trasportati per l'86% su gomma), autostrade, energia elettrica e gas. L'impennata dei prezzi, continuano Federconsumatori e Adusbef, «si inserisce nel contesto dell'andamento altalenante registrato negli ultimi anni, sintomo di un sistema economico che, tra alti e bassi, non dà segnali concreti di ripresa».
«Rilanciare l'occupazione, attraverso un Piano Straordinario per il Lavoro, è il primo passo sulla via della ripresa. Dare lavoro ai giovani è una priorità dettata da un'esigenza non solo economica, ma anche etica e sociale.» dichiarano i presidenti di Federconsumatori e Adusbef, Rosario Trefiletti ed Elio Lannutti.
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