NEW YORK. «Il prossimo Steve Jobs può essere italiano». Parola di Luca Maestri, chief financial officer di Apple. Sostenitore dell'eccellenza del sistema dell'istruzione italiano, Maestri invita i giovani a «puntare sui loro punti di forza e non sulle loro debolezze», a «seguire le loro passioni» e ad abbandonare quel senso di «rassegnazione» tipico degli italiani. Lodando l'investimento di Apple a Napoli, e non chiudendo la porta a nuove iniziative, Maestri ritiene che il successo dell'Italia possa passare per le sue eccellenze, «il design, il fashion e il cibo», ma non sulla scala per le dimensioni del paese e la mancanza di capitali necessari. Maestri è un esempio del successo italiano all'estero, essendo considerato il secondo italiano più 'potente al mondO" dopo il presidente della Bce, Mario Draghi. Al Consolato italiano a New York, Maestri non parla di Apple, se non in linea generale. Ribadisce la posizione di Cupertino sulle politiche del presidente americano, Donald Trump: «non abbiamo piani di emergenza per la fine del mondo, non stiamo costruendo bunker» spiega. «La diversità è essenziale in Apple. In questo momento di incertezza è importante impegnarsi, essere coinvolti per assicurare il miglior risultato possibile. È meglio farsi sentire che restare in silenzio», dice riferendosi alle misure di Trump. Fra queste il bando agli arrivi da sette paesi musulmani che ha spinto Apple a rivedere i piani di viaggio di alcuni dei suoi dipendenti. Apple guarda anche alla riforma delle tasse in cantiere per rivedere la tassazione sulle aziende che, negli Stati Uniti, è al 35%. «Apple preme per un riforma da tempo» si limita a dire Maestri. La posta in gioco per Cupertino è alta, con i miliardi di dollari parcheggiati all'estero e le tensioni con l'Ue per le tasse pagate in Irlanda. Un'aliquota più bassa per le aziende, sul 10-15%, e tasse più basse sui consumatori potrebbero «aiutare l'economia». Ma anche sulle tasse è necessario attendere e vedere cosa prevedrà la riforma. Maestri ripercorre la sua carriera, dalla Luiss dove si è lauerato a General Motors. Una carriera che lo ha portato a vivere in diverse parte del mondo, e che ora lo ha portato in California. «Quando eravamo solo io e mia moglie a spostarci era più facile. Con i figli le cose si sono complicate e se ora dovessi dire a mia figlia che lasciamo la California sarebbe una rivoluzione» dice Maestri, ammettendo di controllare l'uso delle tecnologia da parte dei figli con un dispositov che consente, «senza strappargli l'oggetto», di disconnetterli. La giornata lavorativa di Maestri inizia prima dell'alba. «Mia moglie ha una collezione di foto di me la sera, crollato con l'iPhone in mano» dice. A chi gli chiedeva se tornerebbe in Italia, Maestri dice: «Mi piace quello che faccio ora, più avanti quando non lavorerò più trascorrerò parte del tempo in Italia». Sul suo iPhone Maestri ha le app di Bloomberg, Espn per seguire lo sport e la sua Juventus, e Repubblica. Le «app riflettono chi siamo».