ROMA. Fallito anche l'ultimo tentativo di mediazione, sarà sciopero di tutti i lavoratori Alitalia a febbraio, probabilmente il 23. I sindacati si preparano infatti a proclamare una giornata di stop dopo che anche la seconda fase della procedura di raffreddamento della vertenza si è conclusa con un nulla di fatto. Intanto, mentre il ministro delle Infrastrutture Graziano Delrio assicura che non esiste la prospettiva di un'entrata della mano pubblica nella compagnia, la low cost Ryanair torna a corteggiare la compagnia italiana, con il ceo Michael ÒLeary che avverte però che per cooperare con gli irlandesi dovrà prima liberarsi dai vincoli di Air France. Mentre a Fiumicino prosegue il lavoro degli advisor sul Piano industriale, il tentativo di mediazione per scongiurare lo sciopero in un momento già abbastanza complicato per la compagnia, è andato fallito. La procedura di raffreddamento della vertenza aperta l'11 gennaio scorso, aveva già registrato un primo flop nella riunione in sede aziendale del 20 gennaio. Ieri si è concluso negativamente anche il secondo passaggio al Ministero del Lavoro: le parti «si sono ampiamente confrontate» sulle motivazioni per cui i sindacati intendono proclamare lo sciopero (Piano industriale, disdetta del contratto, violazione del contratto e degli accordi) ma «all'esito dell'incontro il Ministero, sentite le parti, ha registrato l'impossibilità di pervenire ad una soluzione conciliativa e le invita a ridurre al minimo i disagi per l'utenza». A questo punto Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti e Ugl Ta procederanno con la proclamazione dello stop che, con molta probabilità verrà calendarizzato il 23 febbraio, quando è già in programma lo stop di quattro ore del trasporto aereo proclamato dai sindacati di categoria. Per quella stessa giornata sono già in programma due scioperi di 24 ore del personale Alitalia, uno proclamato dal Cub trasporti e l'altro (solo del personale navigante) proclamato da Anpac, Anpav e Usb. Intanto il numero uno di Ryanair torna in pressing su Alitalia. ÒLeary, che il 13 dicembre scorso ha incontrato a Roma l'a.d. Cramer Ball offrendogli una collaborazione per il 'feederaggiò, oggi è tornato a ribadire la propria disponibilità, a patto però che l'aviolinea italiana abbandoni Air France: «Nella situazione in cui si trova è difficile che possa cooperare con noi, prima deve liberarsi dai vincoli con Air France». Alitalia nel frattempo, sollecitata ancora una volta da Delrio per un piano industriale «di rilancio», sta studiando due diversi modelli di business, uno per il lungo raggio ed uno sul breve e medio: e per quest'ultimo, in particolare, sono circolate due ipotesi, oltre alla creazione di un proprio ramo low cost, anche la possibile cessione di questa attività a Ryanair o Easyjet.