PALERMO. Chiudere le scuole non appena c’è un allerta meteo? Non ha senso, non è una misura “automatica”, quasi sempre non è necessaria. Il capo della Protezione civile siciliana, Calogero Foti, bacchetta così i sindaci siciliani di fronte a un numero evidentemente alto di casi in cui, di fronte alla paura del maltempo, la prima precauzione dei sindaco è la chiusura delle attività didattiche.
La nota è stata inviata a sindaci, commissari dei Liberi consorzi, prefetture e Ufficio scolastico regionale e mira chiaramente ad evitare la psicosi e la paura che spesso appare ingiustificata.
“A seguito di emanazione di avvisi con allerta rossa per rischio meteo idrogeologico e idraulico- scrive Foti – si è osservato che la principale delle misure attuate è, pressocchè in automatico, l’emissione di un’ordinanza di chiusura delle attività didattiche”. Foti chiarisce quindi che gli avvisi di protezione civile “non contengono notizie dirette in ordine a livelli di piovosità” e che “hanno pur sempre valore di previsione e non di certezza di accadimenti”.
Per cui secondo il capo della Protezione civile siciliana “la chiusura delle scuole deve essere determinata esclusivamente sulla base dell’esame del rischio esistente sul territorio e dovrà essere valutato se i plessi o la viabilità sono ubicati su aree a rischi idrogeologico o idraulico”.
Insomma, solo se davvero c’è pericolo le scuole vanno chiuse. “In tale situazione, allora - conclude Foti -, potrebbe ipotizzarsi la chiusura delle attività didattiche che altrimenti appare assolutamente priva di necessità”.
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