PALERMO. Sembra tramontare al momento l'ipotesi di ripristinare subito il voto diretto nelle ex Province e nelle città metropolitane. Probabile invece il rinvio delle elezioni di secondo livello non solo per la città metropolitana di Palermo, come richiesto dal presidente dell'Anci, Leoluca Orlando, ma anche per i Liberi consorzi e per le altre due città metropolitane di Catania e Messina. Di conseguenza saranno prorogati, ancora una volta, i commissari. Il governo Crocetta ha trasmesso all'Ars il disegno di legge, approvato qualche giorno fa in giunta, che rinvia le elezioni nella città metropolitana di Palermo, a questo testo la commissione Affari istituzionali, che si riunirà a breve, dovrebbe agganciare un emendamento che estende il rinvio agli altri enti. Il ragionamento, più o meno condiviso all'Ars, è quello di evitare di ripristinare subito il voto per non incorrere in una probabile impugnativa da parte del Consiglio dei ministri, che qualche mese fa aveva suggerito la piena applicazione della Delrio sull'elezione di secondo livello, poi recepita da Palazzo dei Normanni. Lo scenario è cambiato dopo il 'nò al referendum costituzionale che ha salvato le Province, con la Delrio che sì ha imposto il voto di secondo livello ma alla prima applicazione, lasciando liberi gli enti di modificare gli statuti. La posizione poi espressa dal ministro per Affari regionali Enrico Costa favorevole al ritorno al voto diretto ha rianimato i fautori del suffragio popolare anche all'Ars. Dunque l'idea è quella di rinviare a ottobre le elezioni di secondo livello per capire, nel frattempo, cosa farà il governo nazionale in tema di Province. Il capogruppo di Fi all'Ars, Marco Falcone, comunque ha pronto un ordine del giorno per la reintroduzione del voto diretto. Sul tema nel pomeriggio si riunirà il gruppo parlamentare del Pd, convocata dal presidente Alice Anselmo alla presenza del segretario regionale dem, Fausto Raciti. «Ripristinare subito la legge per l'elezione diretta degli organismi delle ex Province puntando anche all'elezione diretta del Parlamento introducendo le preferenze, unico strumento della vera rappresentanza popolare». Così, in una nota, il senatore siciliano del gruppo Ala-Sc, Giuseppe Ruvolo. «I cittadini - aggiunge - vogliono eleggere i propri rappresentanti tornando così ad essere i veri protagonisti delle scelte politiche. L'eliminazione delle Province è stato per anni l'argomento principale dei politici italiani: era stato trovato il responsabile di tutti i fallimenti della politica. Le Province, invece, sono un architrave del sistema Paese, lo strumento per selezionare la classe politica dirigente, non certo il male assoluto che in tanti hanno descritto stigmatizzando chi sosteneva il contrario come il sottoscritto. Sicuramente ci sono state disfunzioni, errori e sprechi. Ma alla luce delle esperienze negative vanno fatte delle riflessioni approfondite per rilanciare un'istituzione importante per il nostro Paese. Sarebbe invece il caso di puntare il faro sulle Regioni, vera fonte, purtroppo, di clientele e sperperi di ogni genere».