ROMA. È scontro fra Berlino e Roma sull’ipotesi di un presunto uso da Fca di software irregolari per i test sulle emissioni. La Germania chiede all’Ue di garantire il richiamo di alcuni modelli. «Le autorità italiane sapevano da mesi che Fca, nell'opinione dei nostri esperti, usava dispositivi di spegnimento illegali», dice in una intervista alla Bild on Sonntag riportata da Bloomeberg il ministro dei trasporti tedesco Alexander Dobrindt. Dura la risposta del ministro dello Sviluppo economico italiano, Carlo Calenda: «Berlino? Pensi a Volkswagen». Il tedesco Dobrindt sottolinea che Fca si è «rifiutata di chiarire» e che la commissione Ue «deve conseguentemente garantire il richiamo» di alcuni modelli. Già venerdì il governo italiano, per voce del viceministro Riccardo Nencini, aveva definito «incomprensibile» l'insistenza del governo tedesco viste «le risposte già ottenute dal Mit». Dal canto suo la Commissione, attraverso un portavoce, sempre venerdì aveva fatto sapere che si stava «esaurendo il tempo» per le autorità italiane per dare le spiegazioni richieste dalla Commissione europea sulla contestazione dell'omologazione di un modello della Fiat sollevate a settembre scorso dal ministro tedesco dei trasporti, ricordando però che «i poteri della Commissione sono limitati» perchè può agire se uno Stato membro non rispetta le regole europee ma non «direttamente contro un produttore di auto. «Sono gli stati membri ad essere responsabili della certificazione delle auto» per la loro immissione nel mercato europeo e «in questo contesto - aveva aggiunto la portavoce della Commissione - la Germania ha sollevato serie preoccupazioni sulla compatibilità di un modello Fiat con la legislazione europea sulle emissioni auto. Cosa che le autorità italiane contestano. La Germania ha chiesto di intervenire in quello che definiamo un processo di mediazione, che è uno sforzo per trovare un accordo comune. Abbiamo ripetutamente chiesto alle autorità italiane di presentare spiegazioni convincenti e stiamo esaurendo il tempo, perchè vogliamo concludere molto presto il negoziato sulla compatibilità della Fiat con la legge Ue». «Berlino, se si occupa di Volkswagen, non fa un soldo di danno», ha detto il ministro Calenda a margine della registrazione di 'Faccia a faccia’ condotto da Giovanni Minoli in onda stasera su La7, a proposito della richiesta tedesca di un'intervento della Commissione Ue su Fca. Circa il caso di Fiat Chrysler Aurtomobiles con le autorità americane, il ministro ha sottolineato che «le agenzie Usa di solito sono abbastanza indipendenti. Ma ora non so, bisogna vedere le carte».