Giovedì 19 Dicembre 2024

Caos Formazione, in campo finanza e carabinieri. Slitta l’Avviso 8

PALERMO. La Guardia di Finanza verificherà la regolarità delle pratiche di finanziamento dei corsi di finanziamento, i carabinieri controlleranno che gli enti rispettino le norme e gli aspetti previdenziali. È un sistema «militarizzato» quello che l’assessore Bruno Marziano proverà a fare ripartire questa settimana al termine dell’ennesimo terremoto giudiziario che ha scosso il sistema con l’arresto di Paolo Genco, presidente dell’Anfe, uno degli enti più grossi dell’Isola. L’obiettivo è pubblicare entro venerdì prossimo in Gazzetta ufficiale la graduatoria degli enti che si spartiranno 136 milioni per avviare i corsi tradizionali, consentendo così l’assunzione di almeno 3 mila persone. Poi scatterà l’ultima fase della riforma del sistema che prevede il pensionamento anticipato di circa 2 mila dipendenti grazie a una deroga concessa da Roma. «Vogliamo dare un segnale di tranquillità ai lavoratori», dice l’assessore Marziano, che nei giorni scorsi aveva annunciato che domani il dipartimento avrebbe pubblicato l’attesissima graduatoria dell’Avviso 8, il bando che consente di far ripartire i corsi tradizionali che rilasciano qualifiche professionali (cuoco, saldatore, estetista, ecc…). Al dipartimento però gli uffici guidati dal dirigente Gianni Silvia hanno chiesto più tempo perché bisogna ancora esaminare la posizione di un paio di enti che hanno vinto il ricorso al Tar. Marziano ha chiesto allora tempi rapidi per provare a pubblicare l’avviso già venerdì prossimo in Gazzetta ufficiale. L’iter dovrebbe risolversi nell’arco di 48 ore. La graduatoria sarà trasmessa alla Guardia di Finanza, che in virtù di un protocollo d’intesa con l’assessorato si occuperà dei controlli di legittimità, verificando cioè eventuali irregolarità nelle pratiche degli enti che spesso ricorrono all’auto - certificazione. Una volta partiti i corsi, spetterà a un nucleo speciale dei carabinieri verificare il rispetto delle norme. «In Finanziaria – dice Marziano – abbiamo stanziato un milione e mezzo in più rispetto al contributo tradizionale per potenziare le attività del nucleo dei carabinieri che supporta gli ispettorati del lavoro. In pratica ci saranno 35 militari dell’Arma dedicati alle ispezioni negli enti per controllare che tutto sia in regola. E pensare che mi accusavano di avere militarizzato il sistema». Dunque il coinvolgimento dell’Anfe nell’inchiesta giudiziaria non dovrebbe causare ritardi. L’ente era stato escluso dalla graduatoria provvisoria e nonostante le controdeduzioni presentate sarebbe rimasto fuori anche da quella definitiva. Alcuni addetti ai lavori svelano come prima dell’arresto Paolo Genco avrebbe proposto agli altri proprietari degli enti di firmare un pesante documento contro l’operato politico dell’assessore, non trovando però molti consensi, tanto che il documento sarebbe stato «edulcorato», senza alla fine vedere la luce. Pubblicata la graduatoria, scatterà l’ultima fase della riforma del sistema, quella che prevede duemila prepensionamenti grazie alle nuove norme sui pensionamenti inseriti nella Legge di Stabilità nazionale. I nati negli anni dal ‘51 al ‘53 e con 30 anni di contributi potranno andare in pensione con un contributo pagato dallo Stato mentre per i nati negli anni tra il 54 e il ‘56 gli oneri saranno a carico della Regione. L’iter è stato rallentato dal cambio del governo. «Ora aspettiamo la convocazione al tavolo nazionale», dice Marziano. Per far partire il piano si attende che Roma dia il via libera all’Inps per verificare quanti all’inter - no del bacino della formazione hanno i requisiti per andare in pensione anticipatamente. «La Regione – dice Marziano - verificherà invece quali lavoratori fanno ancora parte del bacino e non hanno ad esempio un doppio lavoro». Una scrematura che consentirà, dal primo luglio, di alleggerire un bacino che oggi conta circa 7 mila persone.

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