PALERMO. Con oltre 43 mila ettari la Sicilia ha il primato della produzione di cereali biologici. Il primo posto nazionale riguarda tutti i comparti ma proprio sui cereali si gioca un partita importante per il benessere e il rilancio del comparto cerealicolo. E’ quanto afferma Coldiretti Sicilia commentando l’invio nei giorni scorsi alla Commissione Europea dello schema di decreto che introduce l'indicazione obbligatoria dell'origine del grano impiegato nella pasta condiviso dai Ministri delle Politiche agricole, Maurizio Martina e dello Sviluppo Economico, Carlo Calenda.
Il grano siciliano – aggiunge Coldiretti – sia quello biologico sia quello convenzionale, è una ricchezza regionale. E’ un prodotto pressoché esente da micotossine in quanto è il clima che aiuta la crescita e la bontà. Ma in particolare, la scelta del biologico secondo Coldiretti Sicilia è determinante per migliaia di produttori agricoli preoccupati per il rinvio ad aprile dell’ udienza al Tar che dovrebbe permettere l’aiuto comunitario bloccato nelle maglie della giustizia amministrativa per via di ricorsi. Attendiamo fiduciosi – rileva ancora l’organizzazione agricola – perché l’attesa di oltre due anni sta creando innumerevoli problemi tra chi ha scelto di produrre in modo naturale.
L’Italia è il principale produttore europeo di grano duro, destinato alla pasta con 4,9 milioni di tonnellate su una superficie coltivata pari a circa 1,3 milioni di ettari che si concentra nell’Italia meridionale, soprattutto in Puglia e Sicilia che da sole rappresentano il 42% della produzione nazionale, seguite dalle Marche.
Nonostante ciò sono ben 2,3 milioni di tonnellate di grano duro che arrivano dall’estero in un anno senza che questo venga reso noto ai consumatori in etichetta – conclude Coldiretti Sicilia.
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