Lunedì 23 Dicembre 2024

Lavoro, aumenti delle retribuzioni: i più bassi dal 1982

ROMA. A novembre l'indice delle retribuzioni contrattuali orarie aumenta dello 0,1% rispetto al mese precedente e dello 0,5% nei confronti di novembre 2015, segnando l'incremento più basso dall'inizio delle serie storiche, nel 1982. Lo comunica l'Istat. Complessivamente, nei primi undici mesi del 2016 la retribuzione oraria media è cresciuta dello 0,6% rispetto al corrispondente periodo del 2015. Con riferimento ai principali macrosettori, a novembre le retribuzioni contrattuali orarie registrano un incremento tendenziale dello 0,7% per i dipendenti del settore privato (0,3% nell'industria e 1,2% nei servizi privati) e una variazione nulla per quelli della pubblica amministrazione. I settori che presentano gli incrementi tendenziali maggiori sono: commercio (2,0%); alimentari, bevande e tabacco (1,8%); energia elettrica e gas (1,4%). Si registrano variazioni nulle nei settori dell'agricoltura; delle estrazione minerali; del legno, carta e stampa; dell'energia e petroli; delle chimiche; della metalmeccanica; dei servizi di informazione e comunicazione; delle telecomunicazioni e in tutti i comparti della pubblica amministrazione. I lavoratori con il contratto scaduto in media aspettano 3 anni e mezzo per il rinnovo (42,1 mesi a novembre), un tempo che quasi raddoppia per i dipendenti pubblici (83 mesi). Per la P.a., infatti, tutti i dipendenti risultano con il contratto scaduto dalla fine del 2009 a causa del blocco della contrattazione, a cui ha posto fine l'accordo tra il governo e i sindacati raggiunto il 30 novembre. Con riferimento al solo settore privato la quota dei dipendenti in attesa di rinnovo è pari al 58,7%, in aumento rispetto al mese precedente (58,5%) e rispetto a novembre 2015 (19,9%) e i mesi di attesa per i dipendenti con il contratto scaduto sono 21,8.  Complessivamente i contratti in attesa di rinnovo sono 49 e corrispondono a circa 8,8 milioni di dipendenti, il 68% del totale (di cui circa 2,9 milioni nel pubblico impiego). I contratti collettivi in vigore per la parte economica riguardano il 32,0% degli occupati dipendenti e il 30,9% del monte retributivo osservato. Nel mese di novembre nessun contratto è stato recepito, mentre uno solo è venuto a scadenza (conciarie).

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