PALERMO. Provincia che vai, problema ferroviario che trovi. Tra tratte chiuse, lavori in corso e nuovi orari che «sconvolgono» le abitudini dei viaggiatori, la situazione treni in Sicilia non è tra le più facili e tutti i problemi che ruotano intorno alla firma del contratto di servizio non aiutano di certo.
Il nodo da sciogliere, attualmente, è quello legato al nuovo orario, entrato in vigore la settimana scorsa, che ha creato non pochi malumori tra i pendolari, soprattutto sulle tratte Palermo-Messina, Palermo-Catania e Palermo-Agrigento. L’accusa a Trenitalia è che ci sono meno treni rispetto a prima e che gli orari sono più scomodi se posti a confronto con quelli del passato, in particolar modo nei giorni festivi e prefestivi. «Sulla linea Palermo-Agrigento sono state tolte due coppie di treni - denuncia Tania Di Marco, del comitato pendolari della Palermo-Agrigento -. Ci siamo trovati in difficoltà». Proprio su questa linea si sta per completare l’ultima variante di tracciato, quella di Lercara. A lavori ultimati (si parla di dicembre 2017), ci saranno collegamenti non-stop in un’ora e mezza; attualmente ci si impiega circa più di due ore.
Un pesante taglio c’è stato pure sulla Messina-Palermo, soprattutto nei giorni festivi: undici treni al posto di diciotto, sette corse in meno. «Una situazione veramente assurda - dichiara Giacomo Fazio, presidente del Ciufer -, i comitati vengono convocati il giorno dopo l’entrata in vigore dei nuovi orari». E sulla linea Palermo-Messina, proprio ieri, sono arrivate importanti novità per il raddoppio ferroviario, in particolare nel tratto tra Campofelice e Lascari. Nello specifico, sono stati messi in opera e resi operativi 6 chilometri di nuovi binari e a Campofelice sono stati completati gli interventi per l’attivazione del terzo binario, il rinnovo della stazione, la sistemazione degli spazi esterni e la realizzazione di un’area destinata a parcheggio pubblico; a Lascari, invece, è stata realizzata la prima fase della nuova fermata, con entrata lato mare da via Piane Nuove, che prevede accesso a rampe e scale coperte da una moderna pensilina di prossima installazione, con la contestuale dismissione della vecchia fermata. Un investimento, questo, di circa 40 milioni di euro. Il raddoppio ferroviario, da Fiumetorto a Castelbuono, ne costerà in tutto 940.
Per quanto riguarda la linea Palermo-Catania, sono stati tagliati alcuni treni veloci e la cosa ha coinvolto anche Caltanissetta, visto che nel capoluogo nisseno si contano attualmente meno corse rispetto al passato. Pure su questa linea sono in corso lavori, insieme a difficoltà oggettive nell’esecuzione degli interventi: in cantiere, dallo scorso anno, ci sono i lavori sulla linea Bicocca-Catenanuova e Catenanuova-Raddusa- Agira. Il tutto dovrebbe essere completato entro il 2020, ma i tempi potrebbero essere più lunghi e nelle scorse settimane i sindacati hanno denunciato la lentezza di questi lavori, ventilando addirittura che una parte di questi interventi previsti sarebbe stata accantonata del tutto (il tratto di raddoppio tra Raddusa e Agira), ipotesi già smentita da Trenitalia ed Rfi. Questo step, che si dovrebbe concludere entro agosto 2017, costerà 739 milioni di euro (415 per la prima, 324 per la seconda), di cui 239 in quota Pon (Fondi strutturali europei) 2014-2020.
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