MILANO. «Il piano industriale di Unicredit prevede ulteriori 6.500 esuberi netti entro il 2019, per una riduzione totale netta degli FTE (dipendenti a tempo pieno, ndr) di circa 14.000 unità entro il 2019». Lo si legge nella nota sul piano industriale della banca. Unicredit pianifica un 21% di riduzione della forza lavoro in Italia al 2019. Lo scrive Bloomberg mentre è in corso una conferenza stampa ristretta a Londra. Si tratta di un quinto dei dipendenti. Prevista la chiusura anche di 800 filiali. Dalle slide di presentazione del piano industriale emerge che le filiali che verranno tagliate in Italia saranno per l'esattezza 883, pari al 27% degli sportelli. In pratica Unicredit chiuderà nel nostro Paese una filiale su quattro. Non sono invece previste chiusure di sportelli in Germania mentre saranno 50 quelli che chiuderanno in Austria (-29% della rete). Anche la gran parte dei risparmi derivanti dal taglio della rete e del personale arriveranno dall'Italia: 650 milioni di euro al 2019, a fronte dei risparmi per 300 milioni attesi in Germania e per 320 milioni attesi in Austria. Complessivamente in Europa occidentale verranno chiuse 944 filiali entro il 2019, pari a un quarto della rete, mentre il personale verrà ridotto del 14%, da 101 mila a 87 mila dipendenti. Il piano prevede un obiettivo di utile al 2019 pari a 4,7 miliardi di euro, un rapporto tra costi e ricavi inferiore al 52%, un costo del rischio di 49 punti base, un ritorno sul capitale tangibile al 9% e un indicatore di solidità patrimoniale Cet1 fully loaded superiore al 12,5%, con una distribuzione cash superiore al 20%. Lo si legge in una nota della banca. Unicredit, nell'ambito dell'alleggerimento del portafoglio non core, ha siglato due accordi separatamente, uno con Fortress e l'altro con Pimco per trasferire due portafogli di npl in una nuova e indipendente entità in cui Unicredit avrà una quota di minoranza. La transazione riguarda 17 miliardi di npl. Intanto ieri, il gruppo ha portato a casa anche la cessione di Pioneer con un accordo per complessivi 3,8 miliardi di euro. In meno di una settimana e con la revisione strategica alle porte, il ceo Jean Pierre Mustier piazza così un altro colpo. Senza grandi sorprese, la controllata nell'asset management finisce ai francesi di Amundi. Chiusa anche questa partita, il mercato guarda ora al piano che verrà svelato domani a Londra ma, soprattutto, all'entità di un aumento (probabilmente lanciato a febbraio) che è stimato intorno ai 13 miliardi di euro. Così come resta viva l'attesa su come avverrà la dismissione degli npl (un portafoglio di 20 miliardi). Nelle casse del gruppo di Piazza Gae Aulenti arrivano oltre 3,5 miliardi (3.545 milioni), più una extra cedola di 315 milioni di euro che verrà staccata da Pioneer prima del closing che è previsto entro la prima metà del prossimo anno. Inoltre Unicredit beneficerà di una plusvalenza netta a livello consolidato di 2,2 miliardi di euro nel 2017. Unicredit al 2019 avrà 87 mila dipendenti dai 101 mila, secondo quanto spiega la prima linea di Unicredit in una conferenza stampa a Londra. Nel Centro Est Europa verrà tagliato il 20% del forza lavoro. In Germania la riduzione interesserà 1.500 dipendenti, ovvero il 21% della forza lavoro. In Italia saranno 3.900.