MESSINA. Lo chiamano il caviale vegano perchè il frutto si sgrana e sul piatto dei chef stellati viene usato al posto delle uova di storione. Ma in realtà è un agrume, il «Finger lime», che dall’Australia ha trovato nelle vallate messinesi la sua nuova casa.
Una rivoluzione che in tre anni ha coinvolto oltre 200 vivaisti soprattutto nelle campagne di Terme Vigliatore. Merito delle quotazioni del frutto che arrivano a toccare, su un mercato ancora di nicchia, anche i 200 euro al chilo, 50 euro per una pianta.
L’alberello cespuglioso del «Finger lime», pieno di spine e con un frutto di piccole dimensioni che appena sbucciato mette in bella mostra chicchi brillanti simili a quelli del caviale o del melograno, botanicamente si chiama Citrus australasica o Microcitrus australasica, appartiene alla famiglia delle Rutacee, ma il suo nome commerciale arriva dalla forma del suo frutto a forma appunto di dito (finger).
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