ROMA. La crisi economica più pesante dell'ultimo secolo non è riuscita a piegare la voglia degli italiani di fare impresa. Voglia che supera tasse alte e burocrazia paralizzante, credito difficile e infrastrutture insufficienti. Una spinta che passa per la strada dell'artigianato e vede protagonisti soprattutto i giovani: dal 2014 a oggi in Italia sono nate 242.990 imprese artigiane, il 23,7% del totale delle imprese costituite nello stesso periodo. È quanto emerge da un'indagine del Centro studi della Cna, evidenziando «come l'artigianato contribuisca, in maniera evidente, al rinnovamento della base produttiva italiana». L'indagine viene diffusa oggi a Roma in occasione della consegna del premio CambiaMenti, organizzato e gestito dalla Confederazione nazionale artigiana, a quattro neo-imprese nate negli ultimi tre anni. Costruzioni, manifatturiero, ristorazione i settori top. Le nuove imprese artigiane - emerge ancora dall'indagine della Cna - si sono concentrate soprattutto nell'edilizia (94.378 nuove aziende), il manifatturiero (49.940), i servizi per la persona (24.231), la ristorazione (14.692), i servizi di pulizia (13.337), le autoriparazioni (9.190), il trasporto su strada (8.861), l'Ict (4.127), i servizi alle imprese (3.130). All'interno del manifatturiero sono nate più imprese nell'abbigliamento (8.846), i prodotti in metallo (7.754), gli alimentari (7.374), le riparazioni di apparecchi e attrezzature (6.081). Ma per comprendere meglio quanto i connotati dell'artigianato siano cambiati - suggerisce la ricerca - occorre esaminare i tassi di crescita settoriali, dati dal rapporto tra saldo delle imprese nate e cessate e stock di imprese attive. Mettendo a confronto i dati sulla natalità delle imprese artigiane nei primi nove mesi del 2014, 2015 e 2016 (non essendo disponibili i dati dell'ultimo trimestre di quest'anno), i settori con il maggiore tasso di crescita relativo sono risultati i servizi alle imprese (+6,2%), servizi di pulizia e tintolavanderia (+3%), riparazioni di apparecchi e attrezzature (+2,8%), l'Ict (+1,6%), logistica (+1,3%). In terreno positivo anche alimentari, attività professionali, servizi di ristorazione e servizi alla persona. Alcuni sono settori ad alto contenuto tecnologico, operanti nell'ambito dell'Ict, che forniscono servizi richiesti da altre imprese e, di conseguenza, stanno beneficiando del recupero dell'attività economica.