ROMA. Il calo congiunturale del 4,6% del fatturato dell'industria a settembre è il più ampio a partire da gennaio del 2012, oltre quattro anni fa - si apprende dall'Istat - quando la riduzione era stata del 5%.
Questa contrazione porta il fatturato a livelli «di poco inferiori rispetto a quelli registrati a luglio», dopo le variazioni «eccezionalmente positive» di agosto, che ha visto un aumento congiunturale del 4,2% per gli incassi e del 10,7% per gli ordinativi, spiegano dall'istituto di statistica.
A settembre 2016 le vendite al dettaglio diminuiscono dello 0,6% rispetto ad agosto sia in valore sia in volume, «confermando le tendenze negative registrate nei mesi precedenti» e anche rispetto al 2015 c'è un calo dell'1,4% in valore e dell'1,7% in volume.
Rispetto a settembre 2015, la flessione più marcata riguarda i prodotti non alimentari: -1,6% in valore e 1,9% in volume. Tra i prodotti non alimentari si registrano variazioni negative per quasi tutti i gruppi di prodotti con le diminuzioni più marcate per i gruppi cartoleria, libri, giornali e riviste (-4,1%) e calzature, articoli in cuoio e da viaggio (-3,9%).
Complessivamente, anche rispetto ad agosto, le vendite non food si riducono dello 0,8% sia in valore che in volume. Invece le vendite di prodotti alimentari, rispetto ad agosto, diminuiscono dello 0,3% in valore e risultano stazionarie in volume e, nell'anno, calano dello 0,2% in valore e dello 0,5% in volume.
Rispetto a settembre 2015 si osserva una contenuta flessione del valore delle vendite per la grande distribuzione (-0,2%), mentre il calo risulta molto più marcato per le imprese operanti su piccole superfici (-2,5%) con un picco del -4% per le botteghe alimentari. I discount, ancora una volta, sono la tipologia di esercizio in maggiore espansione (+2,3%).
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