PALERMO. La Sicilia è la quinta regione più innovativa in Italia dopo Campania, Lombardia. Lazio e Puglia. Nel terzo trimestre del 2016 l'Isola ha registrato 1803 nuove imprese. Ed è boom di startup, soprattutto tra i giovanissimi. Se ne è parlato ieri pomeriggio all'Hotel delle Palme di Palermo nell'ambito dei dibattiti de Le Giornate dell'Economia del Mezzogiorno.
Presenti alcuni dei 700 studenti, tutti under 18, che hanno partecipato al progetto Lifebility, concorso nazionale dedicato alle idee innovative nato per volontà dei Lions, rivolto a ragazzi tra i 18 e i 30 anni, per collegare l'innovazione tecnologica all'utilità sociale. Un social game per diffondere la cultura l'impresa tra i licei, in pratica. Il vincitore sarà aiutato a realizzare il proprio progetto e rendere realtà la propria idea.
Tra le applicazioni che hanno partecipato alla gara, “Security for you”, un sistema di sicurezza a 360 gradi per tutti gli elettrodomestici, dalla caffettiera al forno a microonde, dal frigorifero al ferro da stiro. L'idea è di Parthipan Thiygalingam, Andrea Piscopo e Andrea Bondì, studenti dell'istituto industriale Vittorio Emanuele III.
“Si tratta di un'applicazione – spiegano – che tramite un chip e con un costo estremamente basso, permette di rendere tutti i dispositivi accessibili e automatici dal proprio tablet o smartphone”.
“Stud life”è, invece, un sistema che automatizza la scuola. Una scuola 2.0, insomma. L'applicazione è stata studiata da Andrea Bondì, Giuseppe Faran, Luciano La Monica, Luca Leone, anche loro studenti del Vittorio Emanuele III. “In questo modo – illustrano gli studenti - diventa possibile lo sharing dei libri di testo sul proprio telefono, i genitori possono essere avvisati se il figlio non va a scuola o conoscere in tempo reale il risultato di un compito in classe, si può prenotare con un clic un incontro coi docenti o in segreteria, dimezzando tempi di attesa e lungaggini burocratiche”.
Nel corso dell'incontro focus su alcuni numeri che riguardano l'occupazione nell'Isola.
“Sono solo due milioni e mezzo i siciliani che lavorano – sottolinea Sebastiano Bavetta, professore di Scienze economiche all'Università degli Studi di Palermo – e servirebbe un salto occupazionale di almeno un milione di posti in più. La disoccupazione genera un flusso migratorio che ogni anno porta via dalla Sicilia 25 mila giovani. Un processo, questo, che costa almeno 5 miliardi l'anno, se si considera che per formare ogni giovane fino alla scuola superiore ci vogliono 200 mila euro. Della mancanza di lavoro risente anche il tasso di natalità: la Regione diventa sempre più vecchia e cresce la percentuale di over 75”.
“Anche la popolazione universitaria ne ha risentito – ha aggiunto Alessandro La Monica, presidente Diste Consulting – con una significativa riduzione degli studenti che decidono di proseguire gli studi in Sicilia. Soltanto nel capoluogo, a distanza di cinque anni, c'è stato un calo di 13 mila iscritti. Un dato positivo, invece, arriva dalle imprese che se in Italia sono 6 milioni, in Sicilia sfiorano le 500 mila. Saldo positivo anche per quelle gestite da immigrati, che nel Paese sono oltre 500 mila”.
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