VENEZIA. Entro domani le imprese sono chiamate a versare all'erario 27 miliardi di euro per onorare l'Iva (contribuenti con scadenza mensile o trimestrale), le ritenute Irpef dei dipendenti e dei collaboratori, le ritenute Irpef dei lavoratori autonomi, le addizionali regionali/comunali Irpef e le ritenute Irpef e Ires legate alle agevolazioni per le ristrutturazioni edilizie e il risparmio energetico: a dirlo è l'Ufficio studi della Cgia di Mestre.
L'imposta più «pesante» sarà l'Iva: imprese e lavoratori autonomi verseranno 12,8 miliardi di euro, mentre le ritenute Irpef dei dipendenti e dei collaboratori costeranno 11,5 mld.
Le altre voci, invece, saranno più contenute: l'addizionale regionale Irpef e le ritenute Irpef in capo agli autonomi costeranno entrambe un miliardo, l'addizionale comunale Irpef 412 milioni e le ritenute dei bonifici per le agevolazioni fiscali Irpef collegate al risparmio energetico e alle ristrutturazioni edilizie solo 162 milioni.
«Il peggio, comunque, deve ancora arrivare - segnala il coordinatore dell'Ufficio studi della Cgia Paolo Zabeo - il prossimo 30 novembre ci sarà un'altra scadenza da far tremare i polsi. Se le persone fisiche e le società di persone verseranno la seconda o la rata unica dell'Irpef, dell'Irap e dell'Inps, le società di capitali saranno chiamate a onorare l'Ires e l'Irap. In questa occasione l'erario incasserà altri 28 miliardi; uno in più di quanto riscuoterà domani».
«Con troppe tasse e una burocrazia che non accenna a diminuire», la Cgia fa notare che fare impresa continua ad essere sempre più difficile. «Con un fisco più semplice - rileva il Segretario della Cgia Renato Mason - anche l'Amministrazione finanziaria potrebbe lavorare meglio ed essere più efficiente nel contrastare gli evasori/elusori fiscali. La selva di leggi, decreti e circolari esplicative presenti nel nostro ordinamento tributario, invece, complica la vita anche agli operatori del fisco che, comunque, continuano ad essere uno dei settori più virtuosi della nostra Pubblica amministrazione». La Cgia rileva che nell'analisi non sono stati conteggiati i contributi previdenziali che dovranno essere versati entro domani.
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